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Articolo: L'ANALISI DEI PROFUMI NEI NOSTRI LABORATORI

L'ANALISI DEI PROFUMI NEI NOSTRI LABORATORI
AROMI

L'ANALISI DEI PROFUMI NEI NOSTRI LABORATORI

Dott. Simone Gabbanini

Le fragranze, gli oli essenziali e i profumi che ne derivano, giocano un ruolo centrale nel motivare il consumatore all’acquisto di un determinato prodotto, d’altronde, la memoria olfattiva è un meccanismo inconscio che condiziona i processi d’apprendimento ed è capace di sollecitare tutti gli altri sensi.

Come nascono i profumi?

Fino alla Seconda Rivoluzione Industriale (1870), i profumi venivano rigorosamente confezionati a partire da oli essenziali o estratti naturali (animali e/o vegetali), ma con l’improvvisa disponibilità sul mercato di molecole sintetiche si cominciò, per motivi economici e di facilità formulativa, a far uso sempre più frequente di queste ultime a scapito delle prime. 

Al giorno d’oggi le industrie profumiere impiegano per la maggior parte molecole artificiali e natural‑identiche poiché permettono di definire in modo netto un determinato aroma o la fragranza desiderata; queste possono poi essere, a volte, utilizzate in miscela con oli essenziali naturali, per ottenere fragranze più sofisticate.

Poiché l’industria profumiera tutela le proprie formule ricorrendo a costosi brevetti, la legislazione permette di indicare i profumi nelle etichette dei cosmetici che li contengono con la semplice dicitura “Fragrance/Parfum” nella lista (INCI) degli ingredienti, senza specificare al consumatore la composizione chimica. 

Questa concessione, se da un lato tutela la proprietà intellettuale del profumiere, dall’altro permette, a conti fatti, di omettere nella lista degli ingredienti alcune sostanze regolamentate o vietate, come determinati tipi di conservanti, coloranti e filtri solari, a scapito della sicurezza del consumatore. Proprio per tutelare maggiormente il consumatore, la Direttiva 2003/15/CE del Parlamento Europeo, ha individuato 26 sostanze allergizzanti, presenti prevalentemente nei profumi, che, se rilevate sopra determinate concentrazioni nel prodotto cosmetico finito, vanno tassativamente indicate in etichetta.

L’importanza di un controllo quantitativo sui profumi e sugli aromi

Questa concessione, se da un lato tutela la proprietà intellettuale del profumiere, dall’altro permette, a conti fatti, di omettere nella lista degli ingredienti alcune sostanze regolamentate o vietate, come determinati tipi di conservanti, coloranti e filtri solari, a scapito della sicurezza del consumatore. Proprio per tutelare maggiormente il consumatore, la Direttiva 2003/15/CE del Parlamento Europeo, ha individuato 26 sostanze allergizzanti, presenti prevalentemente nei profumi, che, se rilevate sopra determinate concentrazioni nel prodotto cosmetico finito, vanno tassativamente indicate in etichetta.

 

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Approfondimento

Inoltre, l’adozione del nuovo regolamento europeo (CE) n.1223/2009 ha reso obbligatoria, per ogni prodotto cosmetico, inclusi i profumi, se immessi sul mercato della Comunità Europea, la sostituzione del vecchio “Dossier tecnico” (Direttiva 76/768/CEE in abrogazione) con un nuovo documento maggiormente strutturato che prende il nome di Product Information File (PIF), in italiano “Documentazione Informativa sul Prodotto“, che deve riportare anche dati tossicologici sugli ingredienti.

Le principali analisi effettuate dai laboratori BeC su profumi ed essenze sono:

  • Analisi qualitativa e quantitativa dei componenti in gascromatografia accoppiata alla spettrometria di massa (GC-MS)
  • Analisi quali-quantitativa GC-MS degli allergeni (secondo Direttiva 2003/15/CE)
  • Analisi Spettrofotometrica UV-VIS del colore
  • Determinazione dell’indice di rifrazione
  • Stabilità ai fini della valutazione del PAO (period after opening)
  • Invecchiamento accelerato con analisi quali-quantitativa GC-MS

Grazie a questo servizio, i laboratori BeC possono mettere la ultra-trentennale esperienza nel campo degli oli essenziali ancora di più al servizio del consumatore, tutelando la salute e la sicurezza.

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