

02.04.2021
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Uomo
Il benessere della prostata
Dott. Simone Gabbanini
Cos’è la prostata?
La prostata è una ghiandola esocrina del sistema riproduttivo maschile. È un piccolo organo avente le dimensioni di una castagna che si trova nella pelvi, alla base della vescica, e circonda il tratto superiore dell’uretra, il sottile canale che consente all’urina e allo sperma di fuoriuscire dal pene.
La principale funzione della prostata è quella di produrre il liquido seminale, un fluido alcalino che serve a nutrire gli spermatozoi (prodotti nei testicoli) insieme ai quali costituisce lo sperma.
A causa della posizione anatomica e delle funzioni svolte, la prostata è strettamente correlata ai processi di minzione, erezione ed eiaculazione, ed è proprio un’alterazione di queste funzioni che fa presagire ad un disturbo a carico della ghiandola. Circa il 25% degli uomini di età pari o superiore a 55 anni presenta problemi alla prostata. Questa percentuale arriva al 50% all’età di 70 anni.
Quali sono i principali disturbi associati alla prostata?
Le tre forme più comuni di malattia della prostata sono:
- Infiammazione o prostatite
- Tumore alla prostata
- Ingrossamento non canceroso della prostata o ipertrofia prostatica benigna
Cos’è la prostatite? Quali sono i sintomi?
La prostatite può colpire uomini di qualsiasi età, ma è più comune nella fascia compresa tra i 30 e i 50 anni. È un’infiammazione della ghiandola prostatica spesso associata a tumefazione e dolore della stessa.
I sintomi causati dalla prostatite si possono trasmettere anche al pavimento perineale, al pene, ai testicoli e all’inguine. La forma più comune è di origine batterica ed è strettamente legata allo stile di vita (dieta, fumo, alcol, sedentarietà), alla presenza di disturbi gastrointestinali (stitichezza prolungata, emorroidi) e alle abitudini sessuali (rapporti non protetti, prolungata astinenza).
Si possono distinguere 4 tipi di prostatite:
- Batterica acuta
- Batterica cronica
- Abatterica cronica
- Infiammatoria asintomatica
La prostatite batterica nella maggior parte dei casi è acuta e i pazienti con questa malattia presentano i tipici segni dell’infezione genito-urinaria come: febbre, brividi, aumento nella frequenza minzionale, bruciore o dolore durante la minzione.
Di solito è causata da un’infezione a trasmissione sessuale ed è anche considerata la più facile da diagnosticare e curare in modo efficace tramite somministrazione di terapia antibiotica.
La forma cronica si presenta quando i batteri creano all’interno della prostata dei biofilms all’interno dei quali gli antibiotici non riescono a penetrare rendendo la terapia convenzionale inefficace. In questi casi è necessario agire somministrando antibiotici specifici per tempi più lunghi.
La prostatite può essere anche di origine non batterica e, in questo caso, dobbiamo distinguere tra prostatite cronica abatterica e prostatite infiammatoria asintomatica.
La prima rappresenta la forma di prostatite più comune, ma più difficile da curare.
Generalmente si manifesta dopo i 25 anni di età e la comparsa dei sintomi non è apparentemente legata a cause specifiche poiché nelle urine, nello sperma e nel tampone uretrale, non vengono isolati batteri patogeni. Per questo motivo la prostatite cronica abatterica viene spesso classificata come Sindrome da dolore pelvico cronico che indica una vastissima gamma di sintomi dolorosi spesso associati a problematiche minzionali e/o sessuali. La malattia può insorgere per le più svariate cause, tra cui una vera pregressa prostatite oppure una serie di malattie proctologiche quali fistole, ragadi ed emorroidi.
La prostatite infiammatoria asintomatica viene solitamente diagnosticata tardivamente poiché non causa sintomi e quindi viene scoperta accidentalmente durante la valutazione per altre malattie della prostata, valori elevati di PSA (Antigene Prostatico Specifico il cui livello ematico è associato a malattie prostatiche) o durante la ricerca di cause di infertilità. Questo tipo di prostatite non necessita di alcun trattamento.
Cos’è il tumore alla prostata? Come si manifesta?
Il cancro alla prostata è uno dei tipi più comuni di tumore che colpisce i maschi in età adulta. Mentre alcuni tipi di cancro alla prostata crescono lentamente e possono richiedere un trattamento minimo o addirittura nessun trattamento, se circoscritti alla ghiandola, altri tipi sono aggressivi e possono diffondersi rapidamente e quindi vanno trattati tempestivamente.
Come tutti i tumori, anche quello alla prostata, se diagnosticato precocemente ha maggiori possibilità di essere trattato con successo.
Un tumore alla prostata in stadio avanzato può causare sintomi come:
- Difficoltà a urinare
- Diminuzione della forza nel flusso di urina
- Sangue nelle urine
- Sangue nello sperma
- Disfunzione erettile
Tuttavia questi sintomi sono comuni anche a prostatiti o altri disturbi dell’apparato uro‑genitale, per cui, in presenza di alcuni di essi è opportuno rivolgersi al proprio medico. Non è chiaro cosa causi il cancro alla prostata, tuttavia è ben noto quali siano i fattori di rischio.
Per esempio gli studi confermano che la probabilità aumenta col passare degli anni; esami autoptici mostrano neoplasie prostatiche nel 15-60% degli uomini di età compresa tra 60 e 90 anni, con un’incidenza che aumenta con l’età. La storia famigliare di tumore alla prostata costituisce un motivo ulteriore per eseguire accertamenti dopo i 50 anni. Anche l’obesità, il consumo di alcol, il tabagismo e una dieta ricca di grassi animali rappresentano fattori predisponenti.
Cos’è l’ipertrofia prostatica benigna (IPB)?
L’ipertrofia prostatica Benigna(IPB) è un disturbo in seguito al quale la ghiandola prostatica aumenta di dimensioni e può premere contro l’uretra, causando una serie di sintomi urinari; tuttavia non è scontato che tutti gli uomini con una prostata ingrossata manifestino sintomi. Il termine benigna sottintende che l’aumento delle dimensioni della ghiandola non indica la presenza di tumore. L’IPB insorge generalmente dopo i 50 anni di età, probabilmente a causa di un aumento del rapporto tra estrogeni e testosterone nel sangue. L’IPB non è associata ad un aumento del rischio di cancro, sebbene le due condizioni possano verificarsi contemporaneamente.
I sintomi dell’IPB includono un flusso urinario debole o lento, incapacità di urinare o difficoltà a iniziare la minzione, minzione frequente, urgenza urinaria, nicturia (necessità di urinare durante il riposo notturno) e sensazioni di svuotamento incompleto della vescica dopo la minzione. In presenza di sintomi dolorosi o fastidiosi è necessario rivolgersi al medico per escludere patologie più gravi (tumore).
La palpazione per via rettale della prostata è l’esame più indicato, seguito, eventualmente, da approfondimenti strumentali quali ecografia o risonanza magnetica. Di solito i medici non trattano l’IPB, a meno che i sintomi non procurino fastidio o causino infezioni. In questi casi, possono essere prescritti alcuni farmaci. Alcuni farmaci rilassano determinate parti della prostata e della vescica per migliorare il flusso di urina, altri favoriscono una riduzione del volume prostatico. Se i farmaci non funzionano, è possibile dover ricorrere all’intervento chirurgico per ridurre le dimensioni della prostata.
Gli integratori alimentari possono aiutare a mantenere la prostata in salute?
La salute della prostata dipende soprattutto dalla prevenzione. Lo stile di vita e le abitudini alimentari e igieniche influiscono sulla comparsa o meno di alcune patologie della prostata. Adottare sane abitudini come svolgere attività fisica regolare, non abusare di alcolici, seguire una dieta variata ricca di fibre, frutta e verdura, evitare il fumo di sigaretta, sicuramente rappresenta una buona base di partenza per ritardare la comparsa di disturbi alla prostata e preservarne più a lungo la funzionalità.
È uso comune utilizzare integratori alimentari e prodotti da banco per curare i disturbi legati alla prostata, e, più in generale, all’apparato uro-genitale. In effetti è dimostrato da numerosi studi scientifici che determinati attivi presenti in estratti vegetali, così come alcuni minerali e vitamine, svolgano un’azione benefica nei confronti della prostata e delle funzioni ad essa correlate.
Spesso si ricorre all’integrazione nutrizionale per bilanciare una dieta sempre più sregolata a causa dei ritmi frenetici che la vita moderna impone, in altri casi l’integrazione è resa necessaria per via di disturbi gastro-intestinali (Morbo di Crohn, Colite ulcerosa, Celiachia) che rendono difficile l’assimilazione di determinati nutrienti.
Per esempio, lo zinco [1] è un minerale indispensabile poiché influisce sul metabolismo degli ormoni androgeni, inibendo l’attività dell’enzima 5-alfa-reduttasi che converte il testosterone in diidrotestosterone, un ormone androgeno, quest’ultimo, causa dello sviluppo eccessivo della prostata (IPB).
Il consumo abituale di alcolici comporta una carenza cronica di zinco nell’organismo, poiché l’enzima necessario a metabolizzare l’etanolo, l’alcol deidrogenasi (ADH), è zinc-finger, ovvero richiede zinco per funzionare; anche il tabagismo è nemico di questo prezioso minerale.
Infatti dalla combustione del tabacco si genera cadmio, un elemento tossico, che interferisce con la capacità del corpo di assorbire lo zinco. Alcuni ingredienti vegetali si sono rivelati un vero e proprio toccasana per il benessere della prostata, per esempio l’estratto di Serenoa repens (Saw palmetto)[2], di Ortica [3] e di Semi di zucca [4]. Questi estratti sono ricchi di acidi grassi e fitosteroli in grado di produrre effetti anti androgenici attraverso l’inibizione della 5-alfa-reduttasi.
Il contributo di BeC al benessere della prostata e dell’apparato urogenitale
BeC, da oltre 40 anni si prende cura della vostra salute mettendo in campo una serie di integratori nutrizionali aventi lo scopo di coadiuvare il trattamento di numerosi disturbi.
Eu Prost è una formula estremamente ricca di componenti appositamente formulata per mantenere il benessere fisiologico della prostata e per prevenire e alleviare eventuali problemi legati alla non corretta funzionalità di questa ghiandola.
Completamente di origine naturale, sfrutta l’effetto sinergico di alcuni estratti vegetali, così, agli acidi grassi del Saw palmetto e al fitocomplesso da radici di Ortica, si aggiunge l’Echinacea dotata di proprietà immunostimolanti e capace di inibire l’attacco da parte di agenti patogeni; quest’ultima azione è completata dal Mirtillo rosso (Mirtillo di Palude), caratterizzato anche da un’eccellente attività antiossidante, che apporta un effetto lenitivo, bloccando i radicali liberi ossigenati noti mediatori dei processi infiammatori.
L’efficacia degli estratti viene rafforzata dalla presenza di vitamine (vit. E e C) dalle note proprietà antiossidanti e di minerali come lo zinco, il rame e il selenio, che giocano un ruolo importante a livello enzimatico e contrastano lo stress ossidativo.
Il naturale benessere della prostata e dell’apparato urinario è inoltre stimolato rispettivamente dalla presenza delle vitamine B6 e B9.
Acidi grassi (saturi, mono-insaturi e poli-insaturi)
Vengono comunemente chiamati acidi grassi gli acidi organici che si riscontrano nella composizione dei lipidi cioè negli oli e grassi animali e vegetali, sia in forma libera, che in forma di esteri con il glicerolo (es. nei trigliceridi) o con alcoli “grassi”, cioè alcoli a lunga catena, per formare le cere. Gli acidi grassi sono acidi carbossilici (formula R-COOH) che hanno una lunga catena carboniosa (R), a differenza dei comuni acidi organici come l’acido acetico e l’acido propionico che hanno in tutto 2 o 3 atomi di carbonio, rispettivamente. Gli acidi grassi si definiscono saturi se non hanno doppi legami carbonio-carbonio, (chiamati “insaturazioni”), si definiscono mono-insaturi se ne hanno solo uno, si definiscono poli-insaturi se hanno due o più doppi legami (vedi figura). La dicitura omega-3 (ω-3) o omega-6 (ω-3), si riferisce alla posizione del primo doppio legame a partire dal fondo della catena di atomi di carbonio: se il primo doppio legame si incontra dopo 3 atomi di carbonio l’acido grasso è classificato come, omega-3, se dopo sei atomi di carbonio omega-6, come mostrato nella figura. I più comuni acidi grassi saturi sono l’acido palmitico (16 atomi di carbonio e nessun doppio legame, C16:0) e l’acido stearico (18 atomi di carbonio, 18:0), il più comune mono-insaturo è l’acido oleico, tipico dell’olio di oliva (18 atomi di carbonio ed 1 doppio legame in posizione 9, C18:1; ω-9), mentre i più comuni poli-insaturi sono l’acido linoleico e l’acido linolenico, capostipiti rispettivamente degli omega-6 e omega-3 (si veda la figura.
Prostaglandine, Trombossani, e Leucotrieni
Prostaglandine, Trombossani, e Leucotrieni sono messaggeri chimici o mediatori, cioè molecole che portano a specifiche cellule un messaggio e attivano o disattivano delle risposte metaboliche in tali cellule. Hanno quindi una funzione simile agli ormoni, solo che, a differenza di quanto fanno gli ormoni, il messaggio chimico viene portato solo a breve distanza cioè solo alle cellule che si trovano nelle vicinanze del luogo dove i mediatori sono stati prodotti. Esistono diverse prostaglandine, diversi trombossani e diversi leucotrieni che portano specifici messaggi. In molti casi questi funzionano da mediatori del processo infiammatorio, quindi innescano tutti gli eventi che sono coinvolti nell’infiammazione:
- vasodilatazione con conseguenza afflusso di sangue (rossore),
- aumento della permeabilità capillare con conseguente essudazione di liquidi (gonfiore o edema)
- stimolazione di segnali nervosi nocicettivi (dolore)
- richiamo in loco di cellule del sistema immunitario che attacchino un eventuale invasore (azione chemiotattica)
- attivazione della biosintesi di tessuto cicatriziale per rinforzare o riparare la parte colpita (anche se non ce n’è bisogno)
- generazioni di radicali liberi che possono distruggere chimicamente un invasore (ma danneggiano anche i nostri tessuti, cioè “sparano nel mucchio”).
Le prostaglandine e i trombossani però svolgo anche ruoli fisiologici importanti in condizioni di normalità, cioè in assenza di infiammazione. Ad esempio, regolano la secrezione di muco che protegge le pareti dello stomaco, regolano la biosintesi delle cartilagini e del liquido sinoviale nelle articolazioni, regolano la vasodilatazione, quindi il corretto afflusso di sangue nei vari distretti locali ed altre.
Ciclossigenasi e Lipoossigenasi e il processo infiammatorio
La ciclossigenasi e la lipoossigenasi sono le due famiglie di enzimi che vengono comunemente coinvolte nel processo infiammatorio, attraverso un complesso di reazioni che viene chiamato cascata dell’acido arachidonico. Tale complesso di reazioni si sviluppa così: un primo enzima, una fosfolipasi scinde i fosfolipidi delle membrane biologiche liberando l’acido arachidonico, un acido grasso poli-insaturo con 20 atomi di carbonio (acido eicosa-5Z,8Z,11Z,14Z-tetraenoico; C20:4; -6). L’acido arachidonico viene poi trasformato da due vie enzimatiche parallele, cioè da due famiglie di enzimi: la cicloossigenasi che lo straforma in prostaglandine e in trombossanie e la lipoossigenasi che lo trasforma in idroperossidi che a loro volta si trasformano in leucotrieni.
Esistono due isoforme della ciclossigenasi indicate con tipo 1 e tipo 2, brevemente COX-1 e COX-2. La COX-1 è l’enzima presente nella maggior parte delle cellule (tranne i globuli rossi), ed è costitutivo, cioè è presente sempre. La COX-2 è una isoforma inducibile di cicloossigenasi: è presente in modo costitutivo in alcuni organi come cervello, fegato, rene, stomaco, cuore e sistema vascolare, mentre può essere indotto (cioè sviluppato all’occorrenza) in seguito a stimoli infiammatori sulla pelle, i globuli bianchi e i muscoli.
Esistono vari tipi di lipoossigenasi che portano a prodotti diversi, la più importante nel processo infiammatorio è la 5-lipoossigenasi, 5-LOX.
Trigliceridi
I trigliceridi sono i principali componenti della maggior parte degli oli e grassi. Si tratta di molecole pesanti, non volatili e poco polari, insolubili in acqua, composte dal glicerolo (o glicerina) esterificato con tre molecole di acidi grassi: quindi è un tri-estere della glicerina, da cui deriva il nome. Ciascun acido grasso contiene da 8 a 22 atomi di carbonio (comunemente da 16 a 18) e può essere saturo, mono-insaturo o poli-insaturo. La dimensione degli acidi grassi e la loro saturazione determina le proprietà fisiche e sensoriali dei trigliceridi, che possono apparire come oli (liquidi a temperatura ambiente) o grassi (solidi o semisolidi) e possono avere maggiore o minore untuosità e scorrevolezza sulla pelle. I trigliceridi insaturi o con acidi grassi più corti sono più fluidi ed hanno maggiore scorrevolezza.
Terpeni e terpenoidi

I terpeni o terpenoidi sono una grande famiglia molecole naturali, tipicamente contenenti da 10 a 30 atomi di carbonio, che vengono biosintetizzate a partire da un “mattone” comune, l’isopentenil pirofosfato (IPP), contente 5 atomi di carbonio (vedi figura). La scoperta che il mattone ripetitivo consta di 5 atomi di carbonio è relativamente recente, mentre un tempo si era ipotizzato l’intera famiglia fosse creata con la ripetizione di un mattone di 10 atomi di carbonio, che fu chiamato “terpene”. Pertanto vennero chiamati mono-terpeni le molecole di 10 atomi di carbonio (come il limonene, vedi figura) cioè composte da un solo mattone, diterpeni quelle con 20 atomi di carbonio (es. il cafestolo che da’ l’aroma al caffè), triterpeni quelle con 30 atomi di carbonio (es. il beta-carotene). Poiché si trovarono anche molecole fatte da 15 atomi di carbonio (come il bisabololo) si pensò che contenessero un terpene e mezzo e vennero chiamate sesquiterpeni (dal latino semis = mezzo + atque = e). Oggi si sa che l’unità ripetitiva è composta da 5 atomi di carbonio, pertanto è facile capire come i mono-terpeni ne contengano due (vedi figura), i sesquiterpeni tre, i diterpeni quattro, i triterpeni sei.