l'atleta naturale | BeC

02.12.2016

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L’atleta naturale: gli oli essenziali come “performance enhancers”

Dott. Simone Gabbanini

Ad un convegno al Sana 2008, il Salone Internazionale del Biologico e del Naturale in particolare mi colpì un intervento intitolato “Aromaterapia: recenti acquisizioni della ricerca scientifica” a cura del Prof. Gerhard Buchbauer, Capo del Dipartimento di Farmacia clinica e Diagnostica dell’Università di Vienna, Austria) in cui venivano mostrati elettroencefalogrammi umani, nei quali si evidenziava l’incremento di attività di alcune aree cerebrali dopo l’inalazione di determinati oli essenziali. 

Approfondendo l’argomento, trovai riscontri bibliografici di come certe essenze possono effettivamente incrementare le funzioni cognitive e attenuare i dolori. Ad esempio la menta piperita [1] la canfora e il rosmarino [2] attivano la circolazione sanguigna agevolando lo smaltimento dell’acido lattico. Oppure il Tea Tree[3], il limone e il timo svolgono una potente attività antiossidante e anti infiammatoria.

Ogni olio essenziale presenta particolari proprietà terapeutiche ed è quindi in grado di provocare effetti diversi quando inalato o applicato sulla pelle, seguendo 3 distinte vie:

  1. Farmacologica – causando veri e propri cambiamenti biochimici a livello cellulare
  2. Fisiologica – agendo su specifici sistemi corporei
  3. Psicologica – stimolando una risposta olfattiva

Nei primi due casi i componenti degli oli essenziali penetrano attraverso l’epidermide [4] o vengono assorbiti attraverso l’apparato digerente o quello respiratorio ed entrano nel circolo sanguigno raggiungendo organi e cellule, nel terzo caso la via d’accesso è la cavità nasale.

Nello stesso anno cominciai ad intensificare la mia attività sportiva in ambito ciclistico e cercai di capire se in seguito all’utilizzo di oli essenziali avrei potuto ottenere benefici e migliorare le mie performance. 

Esiste un’influenza “psico-aromatica” sugli atleti? 

Se è riconosciuto che lo stato mentale di un atleta ha una profonda influenza sulla prestazione (basti pensare che ascoltare musica con player musicali come l’i-Pod  è vietato nelle maratone competitive poiché considerato doping emotivo!), già il solo fatto di inalare un determinato olio essenziale o una miscela di essi in grado di stimolare le capacità cognitive può dare un prezioso contributo al raggiungimento di un buon risultato sportivo. Per un atleta che svolge attività aerobica di endurance come un maratoneta o un ciclista, uno degli aspetti più importanti da considerare è rappresentato dal danno muscolare associato alla produzione di acido lattico (crampi) [2] e al danno ossidativo provocato dalla produzione di radicali liberi durante lo sforzo prolungato. Quest’ultimo fenomeno è efficacemente contrastato dagli antiossidanti che rappresentano un potente mezzo per proteggere le cellule e l’organismo dagli effetti dannosi dei radicali liberi (invecchiamento tissutale, dolori muscolari).

Un aiuto per una sinergia vincente

LOlio Strongful® della linea BeC natura è un valido partner nel pre e post-allenamento quotidiano, divenuto oramai irrinunciabile poiché i numerosi oli essenziali che lo compongono sono stati scientificamente scelti e dosati per ottenere una sinergia vincente.

Oltre all’Olio Strongful, anche l’integratore PerforMax è indicato per chi svolge attività aerobica di resistenza come un maratoneta. 

Olio Strongful e PerforMax rappresentano strumenti validi a fronteggiare lo scompenso muscolare associato ai crampi e allo stress ossidativo provocato dalla produzione di radicali liberi durante uno sforzo prolungato. 

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Approfondimenti

Ricercatori della Tufts University di Boston, Massachusetts, hanno messo a punto un test di laboratorio (ORAC: Oxygen Radical Absorbance Capacity) per determinare la capacità di assorbimento di ossigeno radicale di diversi alimenti e sostanze naturali che è diventato uno dei metodi più diffusi per misurare la capacità antiossidante. Da questo test è scaturito che il potere antiossidante degli oli essenziali è addirittura superiore a quello di molecole e/o alimenti ritenuti gli antiossidanti per eccellenza [5] :Vitamina E, succo di arancia, succo di limone, ecc.. Inoltre, gli oli essenziali puri ottenuti in modo naturale, sono molto più potenti ed efficaci dei loro singoli costituenti (naturali o sintetici). Per esempio, il potere antisettico dell’olio di eucalipto nella sua forma non adulterata risulta nettamente superiore rispetto a quello del suo principale costituente, l’eucaliptolo [6] .

Quindi, da evidenze sperimentali si capisce quanto gli oli essenziali siano preziosi per un atleta che voglia incrementare le proprie performance in modo del tutto naturale.

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[1] Fox M., Krueger E., Putterman L., Schroeder R. The Effect of Peppermint on Memory Performance.  Physiology 435, Spring 2012
[2] Diego MA, Jones NA, Field T, Hernandez-Reif M, Schanberg S, Kuhn C, McAdam V, Galamaga R, Galamaga M. Aromatherapy positively affects mood, EEG patterns of alertness and math computations Int J Neurosci. 1998 217-24.
[3] Ali B., Ali Al-Wabel N., Shams S., Ahamad A., Alam Khan S., Anwar F.. Essential oils used in aromatherapy: A systemic review.  Asian Pac J Trop Biomed 2015; 5(8): 601–611
[4] Gabbanini S., Lucchi E., Carli M., Berlini E. , Minghetti A., Valgimigli L.. In vitro evaluation of the permeation through reconstructed human epidermis of essentials oils from cosmetic formulations J Pharm Biomed Anal. 2009 Oct 15;50(3):370-6
[5] Bentayeb K, Vera P, Rubio C, Nerín C. The additive properties of Oxygen Radical Absorbance Capacity (ORAC) assay: the case of essential oils. Food Chem. 2014 Apr 1;148:204-8.
[6] Tadtong S, Puengseangdee C, Prasertthanawut S, Hongratanaworakit T. Antimicrobial Constituents and Effects of Blended Eucalyptus, Rosemary, Patchouli, Pine, and Cajuput Essential Oils.Nat Prod Commun. 2016; 11, 267-70



Acidi grassi (saturi, mono-insaturi e poli-insaturi)

Vengono comunemente chiamati acidi grassi gli acidi organici che si riscontrano nella composizione dei lipidi cioè negli oli e grassi animali e vegetali, sia in forma libera, che in forma di esteri con il glicerolo (es. nei trigliceridi) o con alcoli “grassi”, cioè alcoli a lunga catena, per formare le cere. Gli acidi grassi sono acidi carbossilici (formula R-COOH) che hanno una lunga catena carboniosa (R), a differenza dei comuni acidi organici come l’acido acetico e l’acido propionico che hanno in tutto 2 o 3 atomi di carbonio, rispettivamente. Gli acidi grassi si definiscono saturi se non hanno doppi legami carbonio-carbonio, (chiamati “insaturazioni”), si definiscono mono-insaturi se ne hanno solo uno, si definiscono poli-insaturi se hanno due o più doppi legami (vedi figura). La dicitura omega-3 (ω-3) o omega-6 (ω-3), si riferisce alla posizione del primo doppio legame a partire dal fondo della catena di atomi di carbonio: se il primo doppio legame si incontra dopo 3 atomi di carbonio l’acido grasso è classificato come, omega-3, se dopo sei atomi di carbonio omega-6, come mostrato nella figura. I più comuni acidi grassi saturi sono l’acido palmitico (16 atomi di carbonio e nessun doppio legame, C16:0) e l’acido stearico (18 atomi di carbonio, 18:0), il più comune mono-insaturo è l’acido oleico, tipico dell’olio di oliva (18 atomi di carbonio ed 1 doppio legame in posizione 9, C18:1; ω-9), mentre i più comuni poli-insaturi sono l’acido linoleico e l’acido linolenico, capostipiti rispettivamente degli omega-6 e omega-3 (si veda la figura.

Prostaglandine, Trombossani, e Leucotrieni

Prostaglandine, Trombossani, e Leucotrieni sono messaggeri chimici o mediatori, cioè molecole che portano a specifiche cellule un messaggio e attivano o disattivano delle risposte metaboliche in tali cellule. Hanno quindi una funzione simile agli ormoni, solo che, a differenza di quanto fanno gli ormoni, il messaggio chimico viene portato solo a breve distanza cioè solo alle cellule che si trovano nelle vicinanze del luogo dove i mediatori sono stati prodotti. Esistono diverse prostaglandine, diversi trombossani e diversi leucotrieni che portano specifici messaggi. In molti casi questi funzionano da mediatori del processo infiammatorio, quindi innescano tutti gli eventi che sono coinvolti nell’infiammazione:

  • vasodilatazione con conseguenza afflusso di sangue (rossore),
  • aumento della permeabilità capillare con conseguente essudazione di liquidi (gonfiore o edema)
  • stimolazione di segnali nervosi nocicettivi (dolore)
  • richiamo in loco di cellule del sistema immunitario che attacchino un eventuale invasore (azione chemiotattica)
  • attivazione della biosintesi di tessuto cicatriziale per rinforzare o riparare la parte colpita (anche se non ce n’è bisogno)
  • generazioni di radicali liberi che possono distruggere chimicamente un invasore (ma danneggiano anche i nostri tessuti, cioè “sparano nel mucchio”).

Le prostaglandine e i trombossani però svolgo anche ruoli fisiologici importanti in condizioni di normalità, cioè in assenza di infiammazione. Ad esempio, regolano la secrezione di muco che protegge le pareti dello stomaco, regolano la biosintesi delle cartilagini e del liquido sinoviale nelle articolazioni, regolano la vasodilatazione, quindi il corretto afflusso di sangue nei vari distretti locali ed altre.

Ciclossigenasi e Lipoossigenasi e il processo infiammatorio

La ciclossigenasi e la lipoossigenasi sono le due famiglie di enzimi che vengono comunemente coinvolte nel processo infiammatorio, attraverso un complesso di reazioni che viene chiamato cascata dell’acido arachidonico. Tale complesso di reazioni si sviluppa così: un primo enzima, una fosfolipasi scinde i fosfolipidi delle membrane biologiche liberando l’acido arachidonico, un acido grasso poli-insaturo con 20 atomi di carbonio (acido eicosa-5Z,8Z,11Z,14Z-tetraenoico; C20:4; -6). L’acido arachidonico viene poi trasformato da due vie enzimatiche parallele, cioè da due famiglie di enzimi: la cicloossigenasi che lo straforma in prostaglandine e in trombossanie e la lipoossigenasi che lo trasforma in idroperossidi che a loro volta si trasformano in leucotrieni.
Esistono due isoforme della ciclossigenasi indicate con tipo 1 e tipo 2, brevemente COX-1 e COX-2. La COX-1 è l’enzima presente nella maggior parte delle cellule (tranne i globuli rossi), ed è costitutivo, cioè è presente sempre. La COX-2 è una isoforma inducibile di cicloossigenasi: è presente in modo costitutivo in alcuni organi come cervello, fegato, rene, stomaco, cuore e sistema vascolare, mentre può essere indotto (cioè sviluppato all’occorrenza) in seguito a stimoli infiammatori sulla pelle, i globuli bianchi e i muscoli.
Esistono vari tipi di lipoossigenasi che portano a prodotti diversi, la più importante nel processo infiammatorio è la 5-lipoossigenasi, 5-LOX.

Trigliceridi

I trigliceridi sono i principali componenti della maggior parte degli oli e grassi. Si tratta di molecole pesanti, non volatili e poco polari, insolubili in acqua, composte dal glicerolo (o glicerina) esterificato con tre molecole di acidi grassi: quindi è un tri-estere della glicerina, da cui deriva il nome. Ciascun acido grasso contiene da 8 a 22 atomi di carbonio (comunemente da 16 a 18) e può essere saturo, mono-insaturo o poli-insaturo. La dimensione degli acidi grassi e la loro saturazione determina le proprietà fisiche e sensoriali dei trigliceridi, che possono apparire come oli (liquidi a temperatura ambiente) o grassi (solidi o semisolidi) e possono avere maggiore o minore untuosità e scorrevolezza sulla pelle. I trigliceridi insaturi o con acidi grassi più corti sono più fluidi ed hanno maggiore scorrevolezza.

Terpeni e terpenoidi

I terpeni o terpenoidi sono una grande famiglia molecole naturali, tipicamente contenenti da 10 a 30 atomi di carbonio, che vengono biosintetizzate a partire da un “mattone” comune, l’isopentenil pirofosfato (IPP), contente 5 atomi di carbonio (vedi figura). La scoperta che il mattone ripetitivo consta di 5 atomi di carbonio è relativamente recente, mentre un tempo si era ipotizzato l’intera famiglia fosse creata con la ripetizione di un mattone di 10 atomi di carbonio, che fu chiamato “terpene”. Pertanto vennero chiamati mono-terpeni le molecole di 10 atomi di carbonio (come il limonene, vedi figura) cioè composte da un solo mattone, diterpeni quelle con 20 atomi di carbonio (es. il cafestolo che da’ l’aroma al caffè), triterpeni quelle con 30 atomi di carbonio (es. il beta-carotene). Poiché si trovarono anche molecole fatte da 15 atomi di carbonio (come il bisabololo) si pensò che contenessero un terpene e mezzo e vennero chiamate sesquiterpeni (dal latino semis = mezzo + atque = e). Oggi si sa che l’unità ripetitiva è composta da 5 atomi di carbonio, pertanto è facile capire come i mono-terpeni ne contengano due (vedi figura), i sesquiterpeni tre, i diterpeni quattro, i triterpeni sei.