

01.06.2018
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Come riconoscere un cosmetico naturale? Analizziamo l’INCI!
Dott. Riccardo Matera
Il consumatore richiede sempre più spesso che un cosmetico rispecchi i requisiti di naturalità.
Generalmente, i cosmetici naturali contengono ingredienti di origine vegetale mentre non prevedono sostanze come siliconi, petrolati, oli minerali, polimeri e conservanti di sintesi.
Ma come facciamo ad andare a fondo nella lista di ingredienti?
L’analisi degli ingredienti o meglio della INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients) non è proprio di dominio pubblico, ma rimane sempre la risposta ai nostri interrogativi.
In questo articolo vi diamo qualche consiglio per saper leggere un’etichetta di un prodotto cosmetico soprattutto se vogliamo distinguere un prodotto tradizionale da uno naturale o ancora di più biologico.
Vi proponiamo uno stralcio di una nostra intervista alla cosmetologa Mara Alvaro di Cosmesidoc in cui chiariamo alcuni quesiti importanti:
Quali sono le indicazioni utili in etichetta che consentono di capire se un cosmetico contiene sostanze di origine naturale o meno?
Tutti gli ingredienti naturali (cere, oli vegetali, estratti botanici, oli essenziali) sono descritti con il nome scientifico in latino e con la dicitura in inglese tra parentesi: per esempio Citrus medica limonum (Lemon) Peel Oil rappresenta l’olio essenziale di Limone così come gli oli vegetali più diffusi sono facilmente riconoscibili soprattutto dal nome inglese per es. Almond, Jojoba, Avocado, Sunflower etc.
I prodotti strutturali di un cosmetico (tensioattivi, emulsionanti, etc) di derivazione naturale sono descritti generalmente da elementi che rimandano ai prodotti naturali da cui provengono per es. coco-glucoside derivati tra glucosio e olio di cocco, glyceryl stearate citrate: derivati glicerici tra acido stearico e citrico ecc.
I tensioattivi di derivazione petrolchimica, invece, sono per esempio i famosi SLES e SLS cioè prodotti solfati come il Sodium laureth sulfate (riconoscibile dal suffisso –eth che indica una reazione chimica di etossilazione) o non etossilati come Sodium lauryl sulfate.
I modificatori reologici di origine naturale più comuni sono gomme xantane, carragenine, cellulose di derivazione naturale, identificabili in INCI dalle diciture Xanthan gum, Carrageenan, Cellulose e così via, che sostituiscono i più diversi polimeri a base di acrilati come acrylates copolymer usati in formulazioni non naturali.
Negli shampoo, bagnoschiuma e detergenti green sono assenti i siliconi identificabili da diciture in INCI dai suffissi -thicone, -xiloxane, per esempio cyclopentasiloxane, dimethicone. Ingredienti di origine da petrolati come oli minerali, paraffina (paraffinum liquidum) sono assenti nella cosmesi naturale e non dovrebbero essere presenti in formulazioni green.
Conservanti di sintesi, cessori di formaldeide (per es. Methylisothiazolinone, Imidazolidinyl urea) e parabeni (Methylparaben e simili) dovrebbero generalmente assenti nelle formule cosmetiche naturali, dove invece sono utilizzati conservanti come Potassium Sorbate e Sodium Benzoate, Benzyl Alcohol: prodotti di sintesi, ma ammessi dagli enti certificatori del prodotto biologico e naturale.
Molti ingredienti possono, inoltre, avere una derivazione sia sintetica che naturale. La presenza in formula di un derivato di origine naturale può essere accuratamente evidenziata in INCI poiché ottenute con metodiche di produzione più green. Si noti la dicitura pentylene glycol di origine naturale.
A volte in etichetta si legge “Cosmetico 100% naturale”. È possibile avere un cosmetico con tali caratteristiche?
I cosmetici naturali sono miscele complesse di materie prime naturali in genere rielaborate, ma pochi prodotti possono realmente essere formulati al 100% con ingredienti interamente vegetali se si escludono alcuni oli da massaggio e oli per il corpo. Ma la cosmesi naturale non si ferma agli oli! Le diverse tipologie di cosmetici naturali includono: creme, lozioni, gel, sieri e detergenti.
Gran parte delle materie prime strutturali di questi prodotti (per es. emulsionanti, tensioattivi, modificatori reologici, ecc.) sono sostanze ottenute da modificazione fisica o chimica. Le normative europee in materia di produzioni cosmetiche naturali ammettono una serie di ingredienti che hanno diverse specifiche in termini di “naturalità”.
Distinguiamo per brevità tre classi di ingredienti ammessi nella cosmesi naturale:
- Gli ingredienti naturali sono sostanze di origine vegetale, inorganica e le loro miscele ottenute e lavorate con procedure di estrazione fisica.
- Sostanze natural-identiche che si ritrovano in natura, ma sintetizzate con semplici metodi di trasformazione.
- Le sostanze natural-simili di derivazione naturale sono modificate con processi chimici che non lasciano scarti e contaminanti tossici.Tutti i prodotti cosmetici (non solo quelli naturali) sono conformi alle normative europee. L’associazione nazionale delle imprese cosmetiche Cosmetica Italia, fornisce informazioni utili per una tutela della salute dei consumatori. Inoltre, il sito ABC cosmetici – sviluppato per una maggiore consapevolezza del mondo della cosmesi – fornisce utili informazioni a riguardo e lo caldeggiamo spesso in caso di dubbi o domande.
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Vuoi saperne di più sui cosmetici biologici?
Leggi il seguente articolo PERCHE’ I COSMETICI NON POSSONO ESSERE 100% BIOLOGICI
Acidi grassi (saturi, mono-insaturi e poli-insaturi)
Vengono comunemente chiamati acidi grassi gli acidi organici che si riscontrano nella composizione dei lipidi cioè negli oli e grassi animali e vegetali, sia in forma libera, che in forma di esteri con il glicerolo (es. nei trigliceridi) o con alcoli “grassi”, cioè alcoli a lunga catena, per formare le cere. Gli acidi grassi sono acidi carbossilici (formula R-COOH) che hanno una lunga catena carboniosa (R), a differenza dei comuni acidi organici come l’acido acetico e l’acido propionico che hanno in tutto 2 o 3 atomi di carbonio, rispettivamente. Gli acidi grassi si definiscono saturi se non hanno doppi legami carbonio-carbonio, (chiamati “insaturazioni”), si definiscono mono-insaturi se ne hanno solo uno, si definiscono poli-insaturi se hanno due o più doppi legami (vedi figura). La dicitura omega-3 (ω-3) o omega-6 (ω-3), si riferisce alla posizione del primo doppio legame a partire dal fondo della catena di atomi di carbonio: se il primo doppio legame si incontra dopo 3 atomi di carbonio l’acido grasso è classificato come, omega-3, se dopo sei atomi di carbonio omega-6, come mostrato nella figura. I più comuni acidi grassi saturi sono l’acido palmitico (16 atomi di carbonio e nessun doppio legame, C16:0) e l’acido stearico (18 atomi di carbonio, 18:0), il più comune mono-insaturo è l’acido oleico, tipico dell’olio di oliva (18 atomi di carbonio ed 1 doppio legame in posizione 9, C18:1; ω-9), mentre i più comuni poli-insaturi sono l’acido linoleico e l’acido linolenico, capostipiti rispettivamente degli omega-6 e omega-3 (si veda la figura.
Prostaglandine, Trombossani, e Leucotrieni
Prostaglandine, Trombossani, e Leucotrieni sono messaggeri chimici o mediatori, cioè molecole che portano a specifiche cellule un messaggio e attivano o disattivano delle risposte metaboliche in tali cellule. Hanno quindi una funzione simile agli ormoni, solo che, a differenza di quanto fanno gli ormoni, il messaggio chimico viene portato solo a breve distanza cioè solo alle cellule che si trovano nelle vicinanze del luogo dove i mediatori sono stati prodotti. Esistono diverse prostaglandine, diversi trombossani e diversi leucotrieni che portano specifici messaggi. In molti casi questi funzionano da mediatori del processo infiammatorio, quindi innescano tutti gli eventi che sono coinvolti nell’infiammazione:
- vasodilatazione con conseguenza afflusso di sangue (rossore),
- aumento della permeabilità capillare con conseguente essudazione di liquidi (gonfiore o edema)
- stimolazione di segnali nervosi nocicettivi (dolore)
- richiamo in loco di cellule del sistema immunitario che attacchino un eventuale invasore (azione chemiotattica)
- attivazione della biosintesi di tessuto cicatriziale per rinforzare o riparare la parte colpita (anche se non ce n’è bisogno)
- generazioni di radicali liberi che possono distruggere chimicamente un invasore (ma danneggiano anche i nostri tessuti, cioè “sparano nel mucchio”).
Le prostaglandine e i trombossani però svolgo anche ruoli fisiologici importanti in condizioni di normalità, cioè in assenza di infiammazione. Ad esempio, regolano la secrezione di muco che protegge le pareti dello stomaco, regolano la biosintesi delle cartilagini e del liquido sinoviale nelle articolazioni, regolano la vasodilatazione, quindi il corretto afflusso di sangue nei vari distretti locali ed altre.
Ciclossigenasi e Lipoossigenasi e il processo infiammatorio
La ciclossigenasi e la lipoossigenasi sono le due famiglie di enzimi che vengono comunemente coinvolte nel processo infiammatorio, attraverso un complesso di reazioni che viene chiamato cascata dell’acido arachidonico. Tale complesso di reazioni si sviluppa così: un primo enzima, una fosfolipasi scinde i fosfolipidi delle membrane biologiche liberando l’acido arachidonico, un acido grasso poli-insaturo con 20 atomi di carbonio (acido eicosa-5Z,8Z,11Z,14Z-tetraenoico; C20:4; -6). L’acido arachidonico viene poi trasformato da due vie enzimatiche parallele, cioè da due famiglie di enzimi: la cicloossigenasi che lo straforma in prostaglandine e in trombossanie e la lipoossigenasi che lo trasforma in idroperossidi che a loro volta si trasformano in leucotrieni.
Esistono due isoforme della ciclossigenasi indicate con tipo 1 e tipo 2, brevemente COX-1 e COX-2. La COX-1 è l’enzima presente nella maggior parte delle cellule (tranne i globuli rossi), ed è costitutivo, cioè è presente sempre. La COX-2 è una isoforma inducibile di cicloossigenasi: è presente in modo costitutivo in alcuni organi come cervello, fegato, rene, stomaco, cuore e sistema vascolare, mentre può essere indotto (cioè sviluppato all’occorrenza) in seguito a stimoli infiammatori sulla pelle, i globuli bianchi e i muscoli.
Esistono vari tipi di lipoossigenasi che portano a prodotti diversi, la più importante nel processo infiammatorio è la 5-lipoossigenasi, 5-LOX.
Trigliceridi
I trigliceridi sono i principali componenti della maggior parte degli oli e grassi. Si tratta di molecole pesanti, non volatili e poco polari, insolubili in acqua, composte dal glicerolo (o glicerina) esterificato con tre molecole di acidi grassi: quindi è un tri-estere della glicerina, da cui deriva il nome. Ciascun acido grasso contiene da 8 a 22 atomi di carbonio (comunemente da 16 a 18) e può essere saturo, mono-insaturo o poli-insaturo. La dimensione degli acidi grassi e la loro saturazione determina le proprietà fisiche e sensoriali dei trigliceridi, che possono apparire come oli (liquidi a temperatura ambiente) o grassi (solidi o semisolidi) e possono avere maggiore o minore untuosità e scorrevolezza sulla pelle. I trigliceridi insaturi o con acidi grassi più corti sono più fluidi ed hanno maggiore scorrevolezza.
Terpeni e terpenoidi

I terpeni o terpenoidi sono una grande famiglia molecole naturali, tipicamente contenenti da 10 a 30 atomi di carbonio, che vengono biosintetizzate a partire da un “mattone” comune, l’isopentenil pirofosfato (IPP), contente 5 atomi di carbonio (vedi figura). La scoperta che il mattone ripetitivo consta di 5 atomi di carbonio è relativamente recente, mentre un tempo si era ipotizzato l’intera famiglia fosse creata con la ripetizione di un mattone di 10 atomi di carbonio, che fu chiamato “terpene”. Pertanto vennero chiamati mono-terpeni le molecole di 10 atomi di carbonio (come il limonene, vedi figura) cioè composte da un solo mattone, diterpeni quelle con 20 atomi di carbonio (es. il cafestolo che da’ l’aroma al caffè), triterpeni quelle con 30 atomi di carbonio (es. il beta-carotene). Poiché si trovarono anche molecole fatte da 15 atomi di carbonio (come il bisabololo) si pensò che contenessero un terpene e mezzo e vennero chiamate sesquiterpeni (dal latino semis = mezzo + atque = e). Oggi si sa che l’unità ripetitiva è composta da 5 atomi di carbonio, pertanto è facile capire come i mono-terpeni ne contengano due (vedi figura), i sesquiterpeni tre, i diterpeni quattro, i triterpeni sei.