

08.01.2021
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Viaggio nell’aromaterapia tra scienza e suggestione
Dott. Simone Gabbanini – Prof. Luca Valgimigli
Che cos’è l’aromaterapia (o aromoterapia)?
L’aromaterapia è un trattamento curativo olistico che utilizza estratti vegetali naturali, principalmente oli essenziali, per migliorare la salute e il benessere psico-fisico.
Gli esseri umani usano l’aromaterapia (senza chiamarla così) da migliaia di anni: gli antichi egizi, così come altri popoli, incorporavano componenti vegetali aromatici in resine, balsami e oli da utilizzare per scopi medici e religiosi e ciò ha contribuito, nell’immaginario collettivo, ad associare gli oli essenziali a sostanze misteriose o magiche.
Ora però abbiamo numerose prove scientifiche sugli effetti antinfiammatori, analgesici, antimicrobici e altri di queste sostanze e dei loro singoli componenti.
Quando è nato il termine “aromaterapia”? Da chi è stata inventata?
È solo all’inizio del XX secolo che la parola “aromaterapia” viene coniata dal chimico e profumiere francese René-Maurice Gattefossé.
L’aneddoto racconta che si ustionò accidentalmente una mano in seguito ad un’esplosione in laboratorio e utilizzò l’olio essenziale di lavanda, per calmare il dolore e favorire la cicatrizzazione delle ferite.
Questa esperienza lo ha portato a studiare la possibilità di utilizzare gli oli essenziali a scopo terapeutico. Il suo libro “Gattefossé’s Aromatherapy” pubblicato nel 1937 è forse il primo libro sull’aromaterapia pubblicato da uno scienziato in cui si discute l’uso degli oli essenziali nel trattamento delle patologie.
Il principale impulso allo sviluppo dell’aromaterapia si deve però al medico francese Jean Valnet, che partendo dagli scritti di Gattefossé ne approfondì le conoscenze ed elevò l’aromaterapia al rango di una vera terapia medica.
Parte delle sue ricerche furono pubblicate già nel 1964 nel libro “L’Aromatherapie”, ma molti altri studi si sono susseguiti fino ai giorni nostri.
Come funziona l’aromaterapia?
Inalazione e applicazione topica, cioè locale sulla pelle, degli oli essenziali sono i principali metodi utilizzati in aromaterapia, poiché sfruttano la proprietà degli oli essenziali di penetrare la superficie della pelle umana.
Una volta superata la barriera cutanea, i componenti degli oli essenziali si propagano per diffusione nei liquidi extracellulari, per giungere fino al circolo sanguigno da cui arrivano ai tessuti e ai diversi organi dove possono svolgere la loro azione, come dimostrato in recenti studi.
L’inalazione deli oli essenziali ha azione ancora più rapida, grazie alla loro volatilità e alla capacità di essere assorbiti attraverso le vie respiratorie.
Ogni olio essenziale ha una serie di proprietà curative, usi ed effetti unici. Spesso si utilizzano combinazioni di oli essenziali per creare una miscela sinergica con maggiori effetti benefici.
Ci sono conferme scientifiche sull’efficacia dell’aromaterapia?
Gli studi clinici hanno dimostrato l’influenza degli oli essenziali su parametri fisiologici come la pressione sanguigna, la frequenza cardiaca, la frequenza respiratoria e i livelli sierici di cortisolo.
Ancora più interessante è la variazione della composizione delle onde cerebrali con effetti psicologici ed emotivi concomitanti, in seguito all’inalazione di oli essenziali.
Sebbene ci siano prove crescenti di effetti misurabili degli oli essenziali sul cervello degli animali, è necessaria più ricerca clinica per convalidare la loro influenza sul sistema nervoso centrale umano. Ciò consentirà lo sviluppo di farmaci a base di oli essenziali per il trattamento di malattie mentali come depressione, ansia e demenza.
Per il momento le evidenze sperimentali hanno dato buoni riscontri nell’utilizzo dell’aromaterapia per gestire le sindromi dolorose, migliorare la qualità del sonno, ridurre lo stress, l’agitazione e l’ansia, lenire il dolore alle articolazioni, trattare il mal di testa e l’emicrania, combattere batteri, virus o funghi, migliorare la digestione, rafforzare il sistema immunitario.
Riguardo all’azione degli oli essenziali attraverso la pelle, i numerosi studi effettuati nei laboratori BeC in collaborazione con l’Università degli Studi di Bologna hanno portato a pubblicazioni internazionali di alto impatto scientifico, inerenti l’assorbimento percutaneo degli oli essenziali e la loro azione come veicolanti nei riguardi di altri attivi cosmetici.
La pluriennale esperienza di BeC nell’utilizzo degli oli essenziali ha condotto allo sviluppo di uno spray per la bocca, FreeGola®, ad azione balsamica, decongestionante, protettiva e stimolante del sistema immunitario.
Più recentemente, la conoscenza è stata convogliata nella realizzazione di un prodotto aromaterapico per elezione, ovvero la candela agli oli essenziali. La diffusione delle essenze favorita dal calore del fuoco rappresenta infatti il più antico ed utilizzato strumento olistico della storia.
La candela Ritual della linea Terra biocare® è un prodotto naturale al 100%, realizzata con cera di soia e cocco, e con uno stoppino in legno che brucia con un crepitio naturale creando una calda atmosfera di focolare.
La profumazione è stata creata nei laboratori BeC utilizzando esclusivamente oli essenziali naturali: un accordo di Elicriso con note agrumate, armonizzate da un sentore di salvia e da un abbraccio floreale e balsamico. La confezione è ottenuta con materiali naturali riciclabili e vernici all’acqua. Oggi è disponibile all’interno di due percorsi.
Quali sono gli effetti aromaterapici della candela Ritual?
Si tratta di un prodotto ideale per l’aromaterapia. La profumazione naturale è stata appositamente creata per favorire il rilassamento, la meditazione e l’equilibrio con la propria sorgente, creando le condizioni ottimali per un trattamento olistico.
Si tramanda che il profumo dell’Elicriso stimoli la parte intuitiva del nostro cervello favorendo la meditazione, la creatività e la crescita personale, mentre le note agrumate favoriscono concentrazione e chiarezza mentale armonizzate dalle note aromatiche e floreali per stimolare sensibilità e consapevolezza di sé.
Acidi grassi (saturi, mono-insaturi e poli-insaturi)
Vengono comunemente chiamati acidi grassi gli acidi organici che si riscontrano nella composizione dei lipidi cioè negli oli e grassi animali e vegetali, sia in forma libera, che in forma di esteri con il glicerolo (es. nei trigliceridi) o con alcoli “grassi”, cioè alcoli a lunga catena, per formare le cere. Gli acidi grassi sono acidi carbossilici (formula R-COOH) che hanno una lunga catena carboniosa (R), a differenza dei comuni acidi organici come l’acido acetico e l’acido propionico che hanno in tutto 2 o 3 atomi di carbonio, rispettivamente. Gli acidi grassi si definiscono saturi se non hanno doppi legami carbonio-carbonio, (chiamati “insaturazioni”), si definiscono mono-insaturi se ne hanno solo uno, si definiscono poli-insaturi se hanno due o più doppi legami (vedi figura). La dicitura omega-3 (ω-3) o omega-6 (ω-3), si riferisce alla posizione del primo doppio legame a partire dal fondo della catena di atomi di carbonio: se il primo doppio legame si incontra dopo 3 atomi di carbonio l’acido grasso è classificato come, omega-3, se dopo sei atomi di carbonio omega-6, come mostrato nella figura. I più comuni acidi grassi saturi sono l’acido palmitico (16 atomi di carbonio e nessun doppio legame, C16:0) e l’acido stearico (18 atomi di carbonio, 18:0), il più comune mono-insaturo è l’acido oleico, tipico dell’olio di oliva (18 atomi di carbonio ed 1 doppio legame in posizione 9, C18:1; ω-9), mentre i più comuni poli-insaturi sono l’acido linoleico e l’acido linolenico, capostipiti rispettivamente degli omega-6 e omega-3 (si veda la figura.
Prostaglandine, Trombossani, e Leucotrieni
Prostaglandine, Trombossani, e Leucotrieni sono messaggeri chimici o mediatori, cioè molecole che portano a specifiche cellule un messaggio e attivano o disattivano delle risposte metaboliche in tali cellule. Hanno quindi una funzione simile agli ormoni, solo che, a differenza di quanto fanno gli ormoni, il messaggio chimico viene portato solo a breve distanza cioè solo alle cellule che si trovano nelle vicinanze del luogo dove i mediatori sono stati prodotti. Esistono diverse prostaglandine, diversi trombossani e diversi leucotrieni che portano specifici messaggi. In molti casi questi funzionano da mediatori del processo infiammatorio, quindi innescano tutti gli eventi che sono coinvolti nell’infiammazione:
- vasodilatazione con conseguenza afflusso di sangue (rossore),
- aumento della permeabilità capillare con conseguente essudazione di liquidi (gonfiore o edema)
- stimolazione di segnali nervosi nocicettivi (dolore)
- richiamo in loco di cellule del sistema immunitario che attacchino un eventuale invasore (azione chemiotattica)
- attivazione della biosintesi di tessuto cicatriziale per rinforzare o riparare la parte colpita (anche se non ce n’è bisogno)
- generazioni di radicali liberi che possono distruggere chimicamente un invasore (ma danneggiano anche i nostri tessuti, cioè “sparano nel mucchio”).
Le prostaglandine e i trombossani però svolgo anche ruoli fisiologici importanti in condizioni di normalità, cioè in assenza di infiammazione. Ad esempio, regolano la secrezione di muco che protegge le pareti dello stomaco, regolano la biosintesi delle cartilagini e del liquido sinoviale nelle articolazioni, regolano la vasodilatazione, quindi il corretto afflusso di sangue nei vari distretti locali ed altre.
Ciclossigenasi e Lipoossigenasi e il processo infiammatorio
La ciclossigenasi e la lipoossigenasi sono le due famiglie di enzimi che vengono comunemente coinvolte nel processo infiammatorio, attraverso un complesso di reazioni che viene chiamato cascata dell’acido arachidonico. Tale complesso di reazioni si sviluppa così: un primo enzima, una fosfolipasi scinde i fosfolipidi delle membrane biologiche liberando l’acido arachidonico, un acido grasso poli-insaturo con 20 atomi di carbonio (acido eicosa-5Z,8Z,11Z,14Z-tetraenoico; C20:4; -6). L’acido arachidonico viene poi trasformato da due vie enzimatiche parallele, cioè da due famiglie di enzimi: la cicloossigenasi che lo straforma in prostaglandine e in trombossanie e la lipoossigenasi che lo trasforma in idroperossidi che a loro volta si trasformano in leucotrieni.
Esistono due isoforme della ciclossigenasi indicate con tipo 1 e tipo 2, brevemente COX-1 e COX-2. La COX-1 è l’enzima presente nella maggior parte delle cellule (tranne i globuli rossi), ed è costitutivo, cioè è presente sempre. La COX-2 è una isoforma inducibile di cicloossigenasi: è presente in modo costitutivo in alcuni organi come cervello, fegato, rene, stomaco, cuore e sistema vascolare, mentre può essere indotto (cioè sviluppato all’occorrenza) in seguito a stimoli infiammatori sulla pelle, i globuli bianchi e i muscoli.
Esistono vari tipi di lipoossigenasi che portano a prodotti diversi, la più importante nel processo infiammatorio è la 5-lipoossigenasi, 5-LOX.
Trigliceridi
I trigliceridi sono i principali componenti della maggior parte degli oli e grassi. Si tratta di molecole pesanti, non volatili e poco polari, insolubili in acqua, composte dal glicerolo (o glicerina) esterificato con tre molecole di acidi grassi: quindi è un tri-estere della glicerina, da cui deriva il nome. Ciascun acido grasso contiene da 8 a 22 atomi di carbonio (comunemente da 16 a 18) e può essere saturo, mono-insaturo o poli-insaturo. La dimensione degli acidi grassi e la loro saturazione determina le proprietà fisiche e sensoriali dei trigliceridi, che possono apparire come oli (liquidi a temperatura ambiente) o grassi (solidi o semisolidi) e possono avere maggiore o minore untuosità e scorrevolezza sulla pelle. I trigliceridi insaturi o con acidi grassi più corti sono più fluidi ed hanno maggiore scorrevolezza.
Terpeni e terpenoidi

I terpeni o terpenoidi sono una grande famiglia molecole naturali, tipicamente contenenti da 10 a 30 atomi di carbonio, che vengono biosintetizzate a partire da un “mattone” comune, l’isopentenil pirofosfato (IPP), contente 5 atomi di carbonio (vedi figura). La scoperta che il mattone ripetitivo consta di 5 atomi di carbonio è relativamente recente, mentre un tempo si era ipotizzato l’intera famiglia fosse creata con la ripetizione di un mattone di 10 atomi di carbonio, che fu chiamato “terpene”. Pertanto vennero chiamati mono-terpeni le molecole di 10 atomi di carbonio (come il limonene, vedi figura) cioè composte da un solo mattone, diterpeni quelle con 20 atomi di carbonio (es. il cafestolo che da’ l’aroma al caffè), triterpeni quelle con 30 atomi di carbonio (es. il beta-carotene). Poiché si trovarono anche molecole fatte da 15 atomi di carbonio (come il bisabololo) si pensò che contenessero un terpene e mezzo e vennero chiamate sesquiterpeni (dal latino semis = mezzo + atque = e). Oggi si sa che l’unità ripetitiva è composta da 5 atomi di carbonio, pertanto è facile capire come i mono-terpeni ne contengano due (vedi figura), i sesquiterpeni tre, i diterpeni quattro, i triterpeni sei.