

03.08.2020
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Integratori, News
Dieta, integratori alimentari e consigli
Dott. ssa Elena Lucchi
La parola dieta nell’utilizzo comune viene associata ad un regime alimentare a ridotto apporto calorico, finalizzato al raggiungimento, in un tempo più o meno lungo, del peso ideale e della forma fisica perfetta. Guardando però l’etimologia greca della parola, scopriamo che la traduzione corretta del termine diaita potrebbe essere “abitudine, modo di vivere”, in quanto nell’antica Grecia, la dieta corrispondeva nell’insieme dei comportamenti che disciplinavano diversi aspetti della vita quotidiana, comprendenti l’alimentazione, ma anche l’esercizio fisico e l’ozio.
La dieta era quindi una cura di sé costante, mirata al mantenimento della salute e della forma fisica. È in quest’ottica che vanno considerati gli integratori alimentari!
In un Paese come l’Italia con una popolazione dall’età media più alta tra i Paesi europei, un’alimentazione bilanciata e comportamenti sani possono diventare una risorsa per migliorare l’aspettativa di vita, prevenire il rischio di malattie croniche e ridurre l’impatto sociale di queste problematiche. Attraverso il Global Burden of Disease (*1), uno studio epidemiologico condotto a livello globale sulla salute, sono stati analizzati i modelli di consumo alimentare degli abitanti di 195 Paesi del mondo: è emerso che promuovere una nutrizione “positiva”, cioè concentrata sull’apporto di quegli elementi a volte carenti, rappresenta un punto di vista diverso rispetto al più comune approccio restrittivo della dieta (*2), che può tradursi in una maggiore efficacia in termini di miglioramento della salute pubblica.
La finalità dovrà essere sempre di più quella di vivere una vita più lunga e in buona salute!
Spesso nella nostra alimentazione ci preoccupiamo di bilanciare o limitare i carboidrati, le proteine e i grassi, che sono i macro-nutrienti contenuti nei cibi e che rappresentano gli elementi fondamentali per costruire il nostro organismo, senza considerare che gli alimenti, per poter essere utilizzati pienamente, hanno bisogno dei micro-nutrienti.
Cosa sono i micro-nutrienti?
Sono quei componenti, come le vitamine e i minerali, che non apportano calorie, che il nostro corpo non è in grado di sintetizzare e di cui abbiamo bisogno in piccole quantità, dell’ordine spesso dei milligrammi o addirittura dei microgrammi, ma di cui non possiamo fare a meno, perché indispensabili per il corretto compimento di tutte le reazioni biochimiche all’interno delle nostre cellule.
Molti potrebbero pensare di aver adottato dieta e stile di vita corretti, ma le osservazioni epidemiologiche evidenziano la necessità di una maggior attenzione ai livelli di vitamine e minerali per la popolazione in generale, perché anche se il rischio di carenze è nella maggior parte dei casi scongiurato, non è così per le sub-carenze, a cui tutti possiamo essere esposti in periodi diversi della nostra vita. Livelli sub-ottimali, anche lievi, vanno tenuti in considerazione, soprattutto se duraturi nel tempo, perché potrebbero diventare un fattore di rischio per alcune malattie croniche, come ipertensione, problemi vascolari, osteoporosi, demenza senile, nella popolazione adulta e anziana (*3).
Possiamo pensare che una dieta ricca di verdura e frutta possa soddisfare tutte le nostre esigenze nutrizionali, ma non possiamo non tenere in considerazione che i cibi conservati per lungo tempo, cotti e raffinati hanno un contenuto ridotto di vitamine, mentre quelli, come cereali e legumi, ricchi in fitati, considerati fattori anti-nutrizionali, possono interferire con l’assorbimento intestinale di alcuni minerali, come ferro, magnesio e zinco. Il fumo, lo stress, l’attività sportiva intensa, i disturbi digestivi, l’abuso di alcool sono tutti fattori che concorrono con la minor disponibilità di micro-nutrienti.
Cosa sono gli integratori alimentari?
Gli integratori sono una forma concentrata di vitamine, minerali e principi attivi con azione nutrizionale e fisiologica documentata, che possono essere scelti per personalizzare la dieta in base alle proprie specifiche esigenze. Sono a tutti gli effetti alimenti, regolamentati dai rigidi controlli cui sono sottoposti i prodotti alimentari: non sono farmaci, ma possono essere indispensabili per mantenere la corretta funzionalità dell’organismo, in tutte le diverse fasi della vita, sono una risorsa preziosa per migliorarne la qualità.
Gli integratori BeC sono calibrati per apportare i nutrienti in una forma biodisponibile, cioè utilizzabile dall’organismo e, pur focalizzati su una finalità specifica, sono pensati per la corretta funzionalità e il benessere di tutto l’organismo.
Dovremmo imparare tutti a prenderci cura costantemente del nostro corpo e considerare che gli integratori alimentari, utilizzati in modo consapevole in abbinamento ad attività fisica e dieta equilibrata, potrebbero essere il nostro sostegno per vivere meglio!
(*1) Health effects of dietary risks in 195 countries, 1990–2017: a systematic analysis for the Global Burden of Disease Study 2017 Lancet 2019; 393: 1958–72
(*2) Integratori, moderni stili di vita e alimentazione: ruolo e stato dell’arte alla luce delle più recenti evidenze scientifiche, Franca Marangoni, Review sull’integrazione alimentare: evidenze dalla ricerca scientifica e nuove frontiere di sviluppo, Seconda edizione, Nov. 2019
(*3) Pellati R, Sub-carenze sommerse, FOSAN, anno 42, numero 3
Acidi grassi (saturi, mono-insaturi e poli-insaturi)
Vengono comunemente chiamati acidi grassi gli acidi organici che si riscontrano nella composizione dei lipidi cioè negli oli e grassi animali e vegetali, sia in forma libera, che in forma di esteri con il glicerolo (es. nei trigliceridi) o con alcoli “grassi”, cioè alcoli a lunga catena, per formare le cere. Gli acidi grassi sono acidi carbossilici (formula R-COOH) che hanno una lunga catena carboniosa (R), a differenza dei comuni acidi organici come l’acido acetico e l’acido propionico che hanno in tutto 2 o 3 atomi di carbonio, rispettivamente. Gli acidi grassi si definiscono saturi se non hanno doppi legami carbonio-carbonio, (chiamati “insaturazioni”), si definiscono mono-insaturi se ne hanno solo uno, si definiscono poli-insaturi se hanno due o più doppi legami (vedi figura). La dicitura omega-3 (ω-3) o omega-6 (ω-3), si riferisce alla posizione del primo doppio legame a partire dal fondo della catena di atomi di carbonio: se il primo doppio legame si incontra dopo 3 atomi di carbonio l’acido grasso è classificato come, omega-3, se dopo sei atomi di carbonio omega-6, come mostrato nella figura. I più comuni acidi grassi saturi sono l’acido palmitico (16 atomi di carbonio e nessun doppio legame, C16:0) e l’acido stearico (18 atomi di carbonio, 18:0), il più comune mono-insaturo è l’acido oleico, tipico dell’olio di oliva (18 atomi di carbonio ed 1 doppio legame in posizione 9, C18:1; ω-9), mentre i più comuni poli-insaturi sono l’acido linoleico e l’acido linolenico, capostipiti rispettivamente degli omega-6 e omega-3 (si veda la figura.
Prostaglandine, Trombossani, e Leucotrieni
Prostaglandine, Trombossani, e Leucotrieni sono messaggeri chimici o mediatori, cioè molecole che portano a specifiche cellule un messaggio e attivano o disattivano delle risposte metaboliche in tali cellule. Hanno quindi una funzione simile agli ormoni, solo che, a differenza di quanto fanno gli ormoni, il messaggio chimico viene portato solo a breve distanza cioè solo alle cellule che si trovano nelle vicinanze del luogo dove i mediatori sono stati prodotti. Esistono diverse prostaglandine, diversi trombossani e diversi leucotrieni che portano specifici messaggi. In molti casi questi funzionano da mediatori del processo infiammatorio, quindi innescano tutti gli eventi che sono coinvolti nell’infiammazione:
- vasodilatazione con conseguenza afflusso di sangue (rossore),
- aumento della permeabilità capillare con conseguente essudazione di liquidi (gonfiore o edema)
- stimolazione di segnali nervosi nocicettivi (dolore)
- richiamo in loco di cellule del sistema immunitario che attacchino un eventuale invasore (azione chemiotattica)
- attivazione della biosintesi di tessuto cicatriziale per rinforzare o riparare la parte colpita (anche se non ce n’è bisogno)
- generazioni di radicali liberi che possono distruggere chimicamente un invasore (ma danneggiano anche i nostri tessuti, cioè “sparano nel mucchio”).
Le prostaglandine e i trombossani però svolgo anche ruoli fisiologici importanti in condizioni di normalità, cioè in assenza di infiammazione. Ad esempio, regolano la secrezione di muco che protegge le pareti dello stomaco, regolano la biosintesi delle cartilagini e del liquido sinoviale nelle articolazioni, regolano la vasodilatazione, quindi il corretto afflusso di sangue nei vari distretti locali ed altre.
Ciclossigenasi e Lipoossigenasi e il processo infiammatorio
La ciclossigenasi e la lipoossigenasi sono le due famiglie di enzimi che vengono comunemente coinvolte nel processo infiammatorio, attraverso un complesso di reazioni che viene chiamato cascata dell’acido arachidonico. Tale complesso di reazioni si sviluppa così: un primo enzima, una fosfolipasi scinde i fosfolipidi delle membrane biologiche liberando l’acido arachidonico, un acido grasso poli-insaturo con 20 atomi di carbonio (acido eicosa-5Z,8Z,11Z,14Z-tetraenoico; C20:4; -6). L’acido arachidonico viene poi trasformato da due vie enzimatiche parallele, cioè da due famiglie di enzimi: la cicloossigenasi che lo straforma in prostaglandine e in trombossanie e la lipoossigenasi che lo trasforma in idroperossidi che a loro volta si trasformano in leucotrieni.
Esistono due isoforme della ciclossigenasi indicate con tipo 1 e tipo 2, brevemente COX-1 e COX-2. La COX-1 è l’enzima presente nella maggior parte delle cellule (tranne i globuli rossi), ed è costitutivo, cioè è presente sempre. La COX-2 è una isoforma inducibile di cicloossigenasi: è presente in modo costitutivo in alcuni organi come cervello, fegato, rene, stomaco, cuore e sistema vascolare, mentre può essere indotto (cioè sviluppato all’occorrenza) in seguito a stimoli infiammatori sulla pelle, i globuli bianchi e i muscoli.
Esistono vari tipi di lipoossigenasi che portano a prodotti diversi, la più importante nel processo infiammatorio è la 5-lipoossigenasi, 5-LOX.
Trigliceridi
I trigliceridi sono i principali componenti della maggior parte degli oli e grassi. Si tratta di molecole pesanti, non volatili e poco polari, insolubili in acqua, composte dal glicerolo (o glicerina) esterificato con tre molecole di acidi grassi: quindi è un tri-estere della glicerina, da cui deriva il nome. Ciascun acido grasso contiene da 8 a 22 atomi di carbonio (comunemente da 16 a 18) e può essere saturo, mono-insaturo o poli-insaturo. La dimensione degli acidi grassi e la loro saturazione determina le proprietà fisiche e sensoriali dei trigliceridi, che possono apparire come oli (liquidi a temperatura ambiente) o grassi (solidi o semisolidi) e possono avere maggiore o minore untuosità e scorrevolezza sulla pelle. I trigliceridi insaturi o con acidi grassi più corti sono più fluidi ed hanno maggiore scorrevolezza.
Terpeni e terpenoidi

I terpeni o terpenoidi sono una grande famiglia molecole naturali, tipicamente contenenti da 10 a 30 atomi di carbonio, che vengono biosintetizzate a partire da un “mattone” comune, l’isopentenil pirofosfato (IPP), contente 5 atomi di carbonio (vedi figura). La scoperta che il mattone ripetitivo consta di 5 atomi di carbonio è relativamente recente, mentre un tempo si era ipotizzato l’intera famiglia fosse creata con la ripetizione di un mattone di 10 atomi di carbonio, che fu chiamato “terpene”. Pertanto vennero chiamati mono-terpeni le molecole di 10 atomi di carbonio (come il limonene, vedi figura) cioè composte da un solo mattone, diterpeni quelle con 20 atomi di carbonio (es. il cafestolo che da’ l’aroma al caffè), triterpeni quelle con 30 atomi di carbonio (es. il beta-carotene). Poiché si trovarono anche molecole fatte da 15 atomi di carbonio (come il bisabololo) si pensò che contenessero un terpene e mezzo e vennero chiamate sesquiterpeni (dal latino semis = mezzo + atque = e). Oggi si sa che l’unità ripetitiva è composta da 5 atomi di carbonio, pertanto è facile capire come i mono-terpeni ne contengano due (vedi figura), i sesquiterpeni tre, i diterpeni quattro, i triterpeni sei.