

24.09.2021
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Ingredienti
Olio essenziale di Cipresso: purificante ad azione antimicrobica e rigenerante
Prof. Luca Valgimigli – Direttore Scientifico BeC
Il Cipresso è un albero ad alto fusto, sempreverde, appartenente alla famiglia delle “Cupressaceae”. E’ per lo più rappresentato dal Cupressus Sempervirens, ma anche da altri generi e altre specie di questa famiglia. Si tratta di alberi ad alto fusto, che possono raggiungere un’altezza fino a 50 metri, anche se, alle nostre latitudini, difficilmente supera i 25 metri, affusolati, coniformi, con una ramificazione molto fitta, rami tondeggianti e foglie squamose.
Come si ottiene l’olio essenziale di Cipresso?
L’olio essenziale si ottiene, soprattutto, dalla distillazione dei rametti, dalle foglie ma, in particolare, dai frutti, che sono detti galbuli, e sono di aspetto legnoso, coperti da squame che, poi, si schiudono leggermente alla maturazione. La distillazione in corrente di vapore in queste piante erbacee e legnose della pianta crea l’olio essenziale, che ha proprietà straordinarie e una grandissima tradizione di utilizzo.
In passato come veniva utilizzato l’olio essenziale di Cipresso?
In effetti, l’olio essenziale era già utilizzato nell’antichità. Nell’Antico Egitto veniva impiegato sia per le proprietà mediche, sia per l’aspetto più spirituale, infatti, si riteneva che avvicinasse alla meditazione e alla spiritualità. Ippocrate lo suggeriva, ad esempio, per trattare le emorroidi e tutti gli altri problemi e affezioni di natura venosa o circolatoria. Da Ippocrate in poi, l’olio essenziale di cipresso ha avuto una grandissima importanza in tutta la tradizione erboristica occidentale.
E’ stato utilizzato, soprattutto, per le affezioni delle vie respiratorie, in quanto ha la capacità di favorire le secrezioni bronchiali, fluidificare il muco, ha azione antinfiammatoria, espettorante, azione febbrifuga, cioè anti febbrile. In generale, aiuta moltissimo il trattamento dei sintomi influenzali. Il suo olio essenziale è molto utilizzato in profumeria, il nome del cipresso, si pensa, anche se non è certo, derivi dalla parola greca “cupros”, che è l’antico nome dell’isola di Cipro.
L’isola di Cipro era famosa per essere ampiamente coperta da cipressi e l’essenza sprigionata nell’aria dal cipresso, nei periodi preindustriali. Evidentemente, conferiva quel sentore, quell’aroma particolare all’aria che si respirava nelle zone boschive di Cipro, che l’hanno resa famosa per lo sviluppo di uno degli accordi più importanti dell’alta profumeria: l’accordo Chypre, un accordo che cerca di riprodurre quell’insieme di sentori aromatici che si percepiscono nelle zone naturali dell’isola di Cipro e, del quale appunto, l’olio essenziale di cipresso è un componente fondamentale.
L’olio essenziale di Cipresso in aromaterapia
In aromaterapia l’olio essenziale di Cipresso viene considerato molto importante per le sue proprietà emozionali, in particolare aiuta a chiudere i conti col passato, a rilasciare quelle sensazioni dolorose che si riferiscono al passato, quindi a cambiare, a favorire il cambiamento, ad accettarlo e a donare la forza interiore necessaria per affrontarlo. Il cipresso è considerato in molte culture un albero sacro.
Non a caso, anche nella nostra cultura, lo si trova spesso piantato in prossimità delle chiese, e ancora più spesso dei cimiteri. Questo, probabilmente, è in relazione al suo significato di aiutare a lasciar andare il passato e ad avvicinarsi, invece, a una vita più spirituale. Nella medicina queste proprietà vengono in qualche modo confermate da studi che dicono che la l’olio essenziale di cipresso ha un’azione stabilizzante sul sistema nervoso centrale.
L’olio essenziale di Cipresso in cosmetica
E’ utilizzato, ovviamente, in cosmetica sulla pelle. Ad esempio, ha un’azione purificante antimicrobica, ma, anche, rigenerante che si può trovare nella Crema Balsamo C.R.B. Aiuta la rimozione delle cellule morte superficiali e la rigenerazione di nuova epidermide, stimolandone il suo metabolismo.
Può essere molto valido per la sua azione tonificante sulla pelle. In generale, l’olio essenziale di Cipresso ha una varietà di effetti che lo rendono estremamente prezioso, sia in cosmetica, sia in profumeria e ha un ampio utilizzo anche in aromaterapia. Come ad esempio, la Sinergia S.A. che grazie alle sue miscele balsamiche esalta i vapori in un bagno caldo.
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Acidi grassi (saturi, mono-insaturi e poli-insaturi)
Vengono comunemente chiamati acidi grassi gli acidi organici che si riscontrano nella composizione dei lipidi cioè negli oli e grassi animali e vegetali, sia in forma libera, che in forma di esteri con il glicerolo (es. nei trigliceridi) o con alcoli “grassi”, cioè alcoli a lunga catena, per formare le cere. Gli acidi grassi sono acidi carbossilici (formula R-COOH) che hanno una lunga catena carboniosa (R), a differenza dei comuni acidi organici come l’acido acetico e l’acido propionico che hanno in tutto 2 o 3 atomi di carbonio, rispettivamente. Gli acidi grassi si definiscono saturi se non hanno doppi legami carbonio-carbonio, (chiamati “insaturazioni”), si definiscono mono-insaturi se ne hanno solo uno, si definiscono poli-insaturi se hanno due o più doppi legami (vedi figura). La dicitura omega-3 (ω-3) o omega-6 (ω-3), si riferisce alla posizione del primo doppio legame a partire dal fondo della catena di atomi di carbonio: se il primo doppio legame si incontra dopo 3 atomi di carbonio l’acido grasso è classificato come, omega-3, se dopo sei atomi di carbonio omega-6, come mostrato nella figura. I più comuni acidi grassi saturi sono l’acido palmitico (16 atomi di carbonio e nessun doppio legame, C16:0) e l’acido stearico (18 atomi di carbonio, 18:0), il più comune mono-insaturo è l’acido oleico, tipico dell’olio di oliva (18 atomi di carbonio ed 1 doppio legame in posizione 9, C18:1; ω-9), mentre i più comuni poli-insaturi sono l’acido linoleico e l’acido linolenico, capostipiti rispettivamente degli omega-6 e omega-3 (si veda la figura.
Prostaglandine, Trombossani, e Leucotrieni
Prostaglandine, Trombossani, e Leucotrieni sono messaggeri chimici o mediatori, cioè molecole che portano a specifiche cellule un messaggio e attivano o disattivano delle risposte metaboliche in tali cellule. Hanno quindi una funzione simile agli ormoni, solo che, a differenza di quanto fanno gli ormoni, il messaggio chimico viene portato solo a breve distanza cioè solo alle cellule che si trovano nelle vicinanze del luogo dove i mediatori sono stati prodotti. Esistono diverse prostaglandine, diversi trombossani e diversi leucotrieni che portano specifici messaggi. In molti casi questi funzionano da mediatori del processo infiammatorio, quindi innescano tutti gli eventi che sono coinvolti nell’infiammazione:
- vasodilatazione con conseguenza afflusso di sangue (rossore),
- aumento della permeabilità capillare con conseguente essudazione di liquidi (gonfiore o edema)
- stimolazione di segnali nervosi nocicettivi (dolore)
- richiamo in loco di cellule del sistema immunitario che attacchino un eventuale invasore (azione chemiotattica)
- attivazione della biosintesi di tessuto cicatriziale per rinforzare o riparare la parte colpita (anche se non ce n’è bisogno)
- generazioni di radicali liberi che possono distruggere chimicamente un invasore (ma danneggiano anche i nostri tessuti, cioè “sparano nel mucchio”).
Le prostaglandine e i trombossani però svolgo anche ruoli fisiologici importanti in condizioni di normalità, cioè in assenza di infiammazione. Ad esempio, regolano la secrezione di muco che protegge le pareti dello stomaco, regolano la biosintesi delle cartilagini e del liquido sinoviale nelle articolazioni, regolano la vasodilatazione, quindi il corretto afflusso di sangue nei vari distretti locali ed altre.
Ciclossigenasi e Lipoossigenasi e il processo infiammatorio
La ciclossigenasi e la lipoossigenasi sono le due famiglie di enzimi che vengono comunemente coinvolte nel processo infiammatorio, attraverso un complesso di reazioni che viene chiamato cascata dell’acido arachidonico. Tale complesso di reazioni si sviluppa così: un primo enzima, una fosfolipasi scinde i fosfolipidi delle membrane biologiche liberando l’acido arachidonico, un acido grasso poli-insaturo con 20 atomi di carbonio (acido eicosa-5Z,8Z,11Z,14Z-tetraenoico; C20:4; -6). L’acido arachidonico viene poi trasformato da due vie enzimatiche parallele, cioè da due famiglie di enzimi: la cicloossigenasi che lo straforma in prostaglandine e in trombossanie e la lipoossigenasi che lo trasforma in idroperossidi che a loro volta si trasformano in leucotrieni.
Esistono due isoforme della ciclossigenasi indicate con tipo 1 e tipo 2, brevemente COX-1 e COX-2. La COX-1 è l’enzima presente nella maggior parte delle cellule (tranne i globuli rossi), ed è costitutivo, cioè è presente sempre. La COX-2 è una isoforma inducibile di cicloossigenasi: è presente in modo costitutivo in alcuni organi come cervello, fegato, rene, stomaco, cuore e sistema vascolare, mentre può essere indotto (cioè sviluppato all’occorrenza) in seguito a stimoli infiammatori sulla pelle, i globuli bianchi e i muscoli.
Esistono vari tipi di lipoossigenasi che portano a prodotti diversi, la più importante nel processo infiammatorio è la 5-lipoossigenasi, 5-LOX.
Trigliceridi
I trigliceridi sono i principali componenti della maggior parte degli oli e grassi. Si tratta di molecole pesanti, non volatili e poco polari, insolubili in acqua, composte dal glicerolo (o glicerina) esterificato con tre molecole di acidi grassi: quindi è un tri-estere della glicerina, da cui deriva il nome. Ciascun acido grasso contiene da 8 a 22 atomi di carbonio (comunemente da 16 a 18) e può essere saturo, mono-insaturo o poli-insaturo. La dimensione degli acidi grassi e la loro saturazione determina le proprietà fisiche e sensoriali dei trigliceridi, che possono apparire come oli (liquidi a temperatura ambiente) o grassi (solidi o semisolidi) e possono avere maggiore o minore untuosità e scorrevolezza sulla pelle. I trigliceridi insaturi o con acidi grassi più corti sono più fluidi ed hanno maggiore scorrevolezza.
Terpeni e terpenoidi

I terpeni o terpenoidi sono una grande famiglia molecole naturali, tipicamente contenenti da 10 a 30 atomi di carbonio, che vengono biosintetizzate a partire da un “mattone” comune, l’isopentenil pirofosfato (IPP), contente 5 atomi di carbonio (vedi figura). La scoperta che il mattone ripetitivo consta di 5 atomi di carbonio è relativamente recente, mentre un tempo si era ipotizzato l’intera famiglia fosse creata con la ripetizione di un mattone di 10 atomi di carbonio, che fu chiamato “terpene”. Pertanto vennero chiamati mono-terpeni le molecole di 10 atomi di carbonio (come il limonene, vedi figura) cioè composte da un solo mattone, diterpeni quelle con 20 atomi di carbonio (es. il cafestolo che da’ l’aroma al caffè), triterpeni quelle con 30 atomi di carbonio (es. il beta-carotene). Poiché si trovarono anche molecole fatte da 15 atomi di carbonio (come il bisabololo) si pensò che contenessero un terpene e mezzo e vennero chiamate sesquiterpeni (dal latino semis = mezzo + atque = e). Oggi si sa che l’unità ripetitiva è composta da 5 atomi di carbonio, pertanto è facile capire come i mono-terpeni ne contengano due (vedi figura), i sesquiterpeni tre, i diterpeni quattro, i triterpeni sei.