

21.04.2017
-
Ingredienti, Rimedi
Dalla Natura tre rimedi utili al nostro fegato
Dott.ssa Elena Lucchi
Nella medicina tradizionale cinese, la primavera è dominata dall’elemento del legno, che simboleggia la rinascita, e ha come organi di riferimento il fegato e la cistifellea.
Ecco perché, abbracciando questa tradizione orientale, dobbiamo prendere in considerazione l’idea di depurare il nostro fegato appesantito dopo l’inverno e per favorirne il corretto funzionamento.
Il fegato: un laboratorio di trasformazione chimica
Questo organo (in realtà, la più grande una ghiandola del nostro corpo!) svolge un’attività silenziosa e per questo poco conosciuta dalla maggior parte delle persone.
Il fegato è impegnato in una serie infinita di attività fondamentali:
- interviene nell’assorbimento dei grassi nell’intestino
- nella sintesi del colesterolo endogeno
- nel nutrimento delle cellule del nostro corpo
- nell’eliminazione delle sostanze che non servono più o che possono diventare tossiche (come ad esempio i farmaci)
- nella sintesi dei fattori della coagulazione è un sistema di accumulo di nutrienti fondamentali come ferro, rame e vitamina B12.
È un laboratorio di trasformazione chimica che lavora continuamente e che facilita l’attività degli organi vicini, come il pancreas, l’intestino e i reni contribuendo al benessere di tutto l’organismo.
Ragionando su questi aspetti, capisco ora il perché dei ripetuti consigli di questo periodo di consumare tarassaco, limone, carciofi e ringrazio la mia insegnante yoga che mi fa contorcere per riattivare la piena funzionalità di questo organo!
Secondo la medicina cinese è il fegato che fa circolare l’energia in tutto il corpo e potrebbe essere legata all’appesantimento di quest’ultimo anche la sensazione di stanchezza che percepiamo con l’arrivo della bella stagione. Ecco perché dobbiamo prendercene particolare cura!
Quali alimenti sono utili per depurare?
Il punto di partenza è sempre una corretta nutrizione: alimenti che aumentano la secrezione gastrica e risultano tonici su tutto l’organismo, possono esserci di aiuto.
Il Carciofo (Cynara scolymus), chiamato nei libri antichi “amico del fegato”, è una delle piante più antiche coltivate nel mondo, i cui estratti sono stati utilizzati dai tempi lontani, per le affezioni epatiche. Le sue proprietà sono note già dal XVII secolo e sono supportate dalla ricerca moderna, che oltre a confermare l’azione protettiva sul fegato[1]
, ha evidenziato altre proprietà terapeutiche come quella ipolipemizzante, antiossidante e ipoglicemizzante[2]
. Svolge l’azione protettiva e antiossidante sul fegato insieme alla boldina (principio attivo contenuto nel Boldo)[3]
, alla vitamina E e C e ai micronutrienti Zinco e Rame.
Il Tarassaco (Taraxacum officinale) che forse conosciamo con il nome di soffione o piscialetto, il cui fiore è giallo è comunissimo nei prati e nei campi incolti in primavera, ha proprietà fondamentali per la disintossicazione di questo periodo: unisce all’effetto diuretico quello disintossicante sul fegato. Il Tarassaco è noto nell’uso tradizionale per la capacità di favorire il drenaggio dei liquidi: a questo unisce le proprietà coleretiche, stimolanti la digestione e depurative, utili nei momenti in cui è necessaria una detossificazione generale dell’organismo.
L’ultimo ingrediente di cui voglio parlarvi è l’Olivo (Olea europaea), una pianta che conosciamo bene perché diffusa ampiamente nel bacino del Mediterraneo e in Italia in particolare. È molto ricca di principi attivi sia nei frutti che nelle foglie, da cui si ricava un estratto dalle note proprietà antiossidanti e protettive del fegato,[4]
che aiuta a ridurre le lipoproteine LDL (a bassa densità, comunemente conosciute come “colesterolo cattivo”), oltre ad impedirne l’ossidazione che è la maggiore causa dei danni a carico del sistema circolatorio.
Un aiuto per l’arrivo della primavera: gli integratori alimentari di BeC natura
Piante commestibili dal tipico sapore amaro come il carciofo, il cardo mariano, la genziana ed il tarassaco, molto comuni nelle zone mediterranee ma che non sempre riusciamo ad averle disponibili sulla nostra tavola, possiamo trovarle facilmente in un integratore, che le unisce tutte in una capsula e che è stato formulato per aiutare il fegato a compiere il suo lavoro insostituibile. L’integratore Epo Stim® di BeC natura contiene questi ingredienti e può quindi essere un aiuto, anche in abbinamento con l’integratore Depur Plus®, per favorire le funzioni fisiologiche del fegato e alleggerirlo dai “pesi” dell’inverno, per goderci appieno l’arrivo della primavera!
____
Approfondimenti
[1] Rangboo V, et al The Effect of Artichoke Leaf Extract on Alanine Aminotransferase and Aspartate Aminotransferase in the Patients with Nonalcoholic Steatohepatitis International Journal of Hepatology vol. 2016, Article ID 4030476, 6 pages, 2016.
[2] Rondanelli M, et al Health-promoting properties of artichoke in preventing cardiovascular disease by its lipidic and glycemic-reducing action Monaldi Arch Chest Dis 2013; 80: 17-26
[3] Kringstein P, Cederbaum AI, Boldine prevents human liver microsomal lipid peroxidation and inactivation of cytochrome P4502E1 Free Radic Biol Med. 1995; 18: 559-63
[4] Barbaro B, et al ‘Effects of the Olive-Derived Polyphenol Oleuropein on Human Health’ Int. J. Mol. Sci. 2014, 15, 18508-18524
Acidi grassi (saturi, mono-insaturi e poli-insaturi)
Vengono comunemente chiamati acidi grassi gli acidi organici che si riscontrano nella composizione dei lipidi cioè negli oli e grassi animali e vegetali, sia in forma libera, che in forma di esteri con il glicerolo (es. nei trigliceridi) o con alcoli “grassi”, cioè alcoli a lunga catena, per formare le cere. Gli acidi grassi sono acidi carbossilici (formula R-COOH) che hanno una lunga catena carboniosa (R), a differenza dei comuni acidi organici come l’acido acetico e l’acido propionico che hanno in tutto 2 o 3 atomi di carbonio, rispettivamente. Gli acidi grassi si definiscono saturi se non hanno doppi legami carbonio-carbonio, (chiamati “insaturazioni”), si definiscono mono-insaturi se ne hanno solo uno, si definiscono poli-insaturi se hanno due o più doppi legami (vedi figura). La dicitura omega-3 (ω-3) o omega-6 (ω-3), si riferisce alla posizione del primo doppio legame a partire dal fondo della catena di atomi di carbonio: se il primo doppio legame si incontra dopo 3 atomi di carbonio l’acido grasso è classificato come, omega-3, se dopo sei atomi di carbonio omega-6, come mostrato nella figura. I più comuni acidi grassi saturi sono l’acido palmitico (16 atomi di carbonio e nessun doppio legame, C16:0) e l’acido stearico (18 atomi di carbonio, 18:0), il più comune mono-insaturo è l’acido oleico, tipico dell’olio di oliva (18 atomi di carbonio ed 1 doppio legame in posizione 9, C18:1; ω-9), mentre i più comuni poli-insaturi sono l’acido linoleico e l’acido linolenico, capostipiti rispettivamente degli omega-6 e omega-3 (si veda la figura.
Prostaglandine, Trombossani, e Leucotrieni
Prostaglandine, Trombossani, e Leucotrieni sono messaggeri chimici o mediatori, cioè molecole che portano a specifiche cellule un messaggio e attivano o disattivano delle risposte metaboliche in tali cellule. Hanno quindi una funzione simile agli ormoni, solo che, a differenza di quanto fanno gli ormoni, il messaggio chimico viene portato solo a breve distanza cioè solo alle cellule che si trovano nelle vicinanze del luogo dove i mediatori sono stati prodotti. Esistono diverse prostaglandine, diversi trombossani e diversi leucotrieni che portano specifici messaggi. In molti casi questi funzionano da mediatori del processo infiammatorio, quindi innescano tutti gli eventi che sono coinvolti nell’infiammazione:
- vasodilatazione con conseguenza afflusso di sangue (rossore),
- aumento della permeabilità capillare con conseguente essudazione di liquidi (gonfiore o edema)
- stimolazione di segnali nervosi nocicettivi (dolore)
- richiamo in loco di cellule del sistema immunitario che attacchino un eventuale invasore (azione chemiotattica)
- attivazione della biosintesi di tessuto cicatriziale per rinforzare o riparare la parte colpita (anche se non ce n’è bisogno)
- generazioni di radicali liberi che possono distruggere chimicamente un invasore (ma danneggiano anche i nostri tessuti, cioè “sparano nel mucchio”).
Le prostaglandine e i trombossani però svolgo anche ruoli fisiologici importanti in condizioni di normalità, cioè in assenza di infiammazione. Ad esempio, regolano la secrezione di muco che protegge le pareti dello stomaco, regolano la biosintesi delle cartilagini e del liquido sinoviale nelle articolazioni, regolano la vasodilatazione, quindi il corretto afflusso di sangue nei vari distretti locali ed altre.
Ciclossigenasi e Lipoossigenasi e il processo infiammatorio
La ciclossigenasi e la lipoossigenasi sono le due famiglie di enzimi che vengono comunemente coinvolte nel processo infiammatorio, attraverso un complesso di reazioni che viene chiamato cascata dell’acido arachidonico. Tale complesso di reazioni si sviluppa così: un primo enzima, una fosfolipasi scinde i fosfolipidi delle membrane biologiche liberando l’acido arachidonico, un acido grasso poli-insaturo con 20 atomi di carbonio (acido eicosa-5Z,8Z,11Z,14Z-tetraenoico; C20:4; -6). L’acido arachidonico viene poi trasformato da due vie enzimatiche parallele, cioè da due famiglie di enzimi: la cicloossigenasi che lo straforma in prostaglandine e in trombossanie e la lipoossigenasi che lo trasforma in idroperossidi che a loro volta si trasformano in leucotrieni.
Esistono due isoforme della ciclossigenasi indicate con tipo 1 e tipo 2, brevemente COX-1 e COX-2. La COX-1 è l’enzima presente nella maggior parte delle cellule (tranne i globuli rossi), ed è costitutivo, cioè è presente sempre. La COX-2 è una isoforma inducibile di cicloossigenasi: è presente in modo costitutivo in alcuni organi come cervello, fegato, rene, stomaco, cuore e sistema vascolare, mentre può essere indotto (cioè sviluppato all’occorrenza) in seguito a stimoli infiammatori sulla pelle, i globuli bianchi e i muscoli.
Esistono vari tipi di lipoossigenasi che portano a prodotti diversi, la più importante nel processo infiammatorio è la 5-lipoossigenasi, 5-LOX.
Trigliceridi
I trigliceridi sono i principali componenti della maggior parte degli oli e grassi. Si tratta di molecole pesanti, non volatili e poco polari, insolubili in acqua, composte dal glicerolo (o glicerina) esterificato con tre molecole di acidi grassi: quindi è un tri-estere della glicerina, da cui deriva il nome. Ciascun acido grasso contiene da 8 a 22 atomi di carbonio (comunemente da 16 a 18) e può essere saturo, mono-insaturo o poli-insaturo. La dimensione degli acidi grassi e la loro saturazione determina le proprietà fisiche e sensoriali dei trigliceridi, che possono apparire come oli (liquidi a temperatura ambiente) o grassi (solidi o semisolidi) e possono avere maggiore o minore untuosità e scorrevolezza sulla pelle. I trigliceridi insaturi o con acidi grassi più corti sono più fluidi ed hanno maggiore scorrevolezza.
Terpeni e terpenoidi

I terpeni o terpenoidi sono una grande famiglia molecole naturali, tipicamente contenenti da 10 a 30 atomi di carbonio, che vengono biosintetizzate a partire da un “mattone” comune, l’isopentenil pirofosfato (IPP), contente 5 atomi di carbonio (vedi figura). La scoperta che il mattone ripetitivo consta di 5 atomi di carbonio è relativamente recente, mentre un tempo si era ipotizzato l’intera famiglia fosse creata con la ripetizione di un mattone di 10 atomi di carbonio, che fu chiamato “terpene”. Pertanto vennero chiamati mono-terpeni le molecole di 10 atomi di carbonio (come il limonene, vedi figura) cioè composte da un solo mattone, diterpeni quelle con 20 atomi di carbonio (es. il cafestolo che da’ l’aroma al caffè), triterpeni quelle con 30 atomi di carbonio (es. il beta-carotene). Poiché si trovarono anche molecole fatte da 15 atomi di carbonio (come il bisabololo) si pensò che contenessero un terpene e mezzo e vennero chiamate sesquiterpeni (dal latino semis = mezzo + atque = e). Oggi si sa che l’unità ripetitiva è composta da 5 atomi di carbonio, pertanto è facile capire come i mono-terpeni ne contengano due (vedi figura), i sesquiterpeni tre, i diterpeni quattro, i triterpeni sei.