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07.04.2022

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La sindrome delle gambe senza riposo


Dott. Simone Gabbanini, Responsabile Controllo Qualità


Che cos’è la sindrome delle gambe senza riposo?


La sindrome delle gambe senza riposo o RLS (acronimo inglese per Restless Legs Syndrome), nota anche come malattia di Willis-Ekbom, è una condizione che provoca un bisogno incontrollabile di muovere le gambe a causa di una sensazione di disagio, soprattutto durante le ore notturne quando si è seduti o sdraiati. Muoversi allevia temporaneamente la sensazione spiacevole.


A quale età può insorgere?


Può insorgere a qualsiasi età, anche durante l’infanzia, ma è più comune dopo i 50 anni e colpisce prevalentemente il sesso femminile, infatti la gravidanza o i cambiamenti ormonali spesso scatenano la sindrome. Alcune donne manifestano la RLS per la prima volta durante la gravidanza, specialmente durante l’ultimo trimestre, tuttavia i sintomi di solito scompaiono dopo il parto.

Non si esclude una componente ereditaria, soprattutto nei casi in cui la diagnosi venga fatta prima dei 40 anni. Viene classificata come disturbo del sonno poiché la sensazione di fastidio rende difficoltoso l’addormentarsi o il rimanere addormentati, può causare esaurimento e sonnolenza diurna, che possono influenzare fortemente l’umore, la concentrazione, le prestazioni lavorative e scolastiche e le relazioni personali e quindi causare una marcata compromissione della qualità della vita.


Quali sono i sintomi della sindrome delle gambe senza riposo?


Le persone che soffrono di questa sindrome in genere descrivono i sintomi come sensazioni spiacevoli alle gambe. Generalmente il fenomeno è bilaterale e avvertito all’interno dell’arto piuttosto che sulla pelle. Le sensazioni più frequentemente riferite sono:

  • Prurito
  • Scossa elettrica
  • Dolore
  • Palpitazione
  • Smania

A volte le sensazioni sono difficili da spiegare. Le persone con RLS di solito non descrivono la condizione come un crampo muscolare o intorpidimento. Tuttavia, descrivono costantemente il desiderio di muovere le gambe. È comune che i sintomi oscillino in gravità e possono scomparire per periodi più o meno lunghi di tempo per poi ripresentarsi.


Quali sono le cause?


Spesso, non esiste una causa nota per RLS. I ricercatori sospettano che la condizione possa essere scatenata da uno squilibrio nei livelli del neurotrasmettitore dopamina che invia messaggi al cervello per controllare il movimento muscolare.

Poiché il ferro è il cofattore essenziale per la formazione di L-dopa, precursore della dopamina, l’anemia e la carenza di ferro nel sangue (in particolar modo nel liquido cerebrospinale) [1] giocano un ruolo primario nell’innesco della patologia. Inoltre più di un terzo dei pazienti che presentano RLS ha parenti che soffrono della stessa sindrome e sono accomunati da uno o più dei seguenti fattori: [1]

  • Assumono stimolanti come caffeina o sostanze dopanti
  • Presentano carenza di ferro
  • Presentano carenza di Folati, Vitamina B12 e Magnesio
  • Sono anemici
  • Soffrono di insufficienza renale e/o epatica
  • Soffrono di diabete
  • Presentano insufficienza venosa
  • Hanno interrotto terapie con determinati farmaci (per es. benzodiazepine)
  • Presentano disturbi neurologici come il Parkinson

I fattori di rischio più comuni includono:

  • Vita sedentaria
  • Tabagismo
  • Obesità
  • Alcolismo
  • Forte squilibrio nella dieta
  • Assunzione di determinati farmaci quali anti-istaminici, antidepressivi, beta bloccanti)

Un Follow-Up della durata di 4-6 anni condotto recentemente [2] su 55 mila partecipanti (12 mila uomini, 43 mila donne) in cui sono stati identificati 1538 casi di RLS, ha evidenziato come i soggetti con peso normale, fisicamente attivi, non fumatori e dediti a un responsabile consumo di alcol avevano un rischio inferiore di sviluppare RLS associando uno stile di vita sano ad un basso rischio di RLS.

Semplici accorgimenti nella cura di sé e cambiamenti nello stile di vita possono aiutare ad alleviare i sintomi e ridurre il rischio di contrarre la sindrome.


Una diagnosi di RLS si basa su una serie di criteri stabiliti dalla International Restless Legs Syndrome Study Group (IRLSSG), quindi il medico chiederà al paziente se si verificano le seguenti condizioni:

  • Urgenza di muovere le gambe, solitamente accompagnata o causata da sensazioni spiacevoli o spiacevoli alle gambe.
  • Inizio o peggioramento durante periodi di riposo o inattività come sdraiato o seduto
  • Il fastidio è parzialmente o totalmente alleviato da movimenti come camminare o allungare le gambe
  • Peggio di sera o di notte che durante il giorno, o si verifica solo di sera o di notte.

Inoltre vengono considerate le caratteristiche cliniche di supporto che includono, oltre all’anamnesi familiare positiva e alla risposta alla terapia dopaminergica, il verificarsi di movimenti periodici stereotipati caratterizzati dall’estensione dell’alluce e dalla dorsiflessione della caviglia durante la veglia o il sonno. In seguito alle risposte date dal paziente, il medico potrà approfondire le indagini richiedendo esami specifici quali la polisonnografia che viene eseguita in adeguate strutture (cliniche del sonno) e prevede il monitoraggio dell’attività cerebrale, del battito cardiaco, della respirazione, dell’attività muscolare e dei movimenti degli occhi durante il sonno.


In base alla gravità della sintomatologia, si possono utilizzare trattamenti definibili “soft”, poco invasivi e facilmente attuabili, oppure si può ricorrere all’uso dei farmaci.

Molti casi di RLS sono associati a carenza di ferro [3], che può essere trattata con un aggiustamento del regime alimentare e/o un’opportuna integrazione. Gli integratori di ferro hanno pochi effetti collaterali a parte i disturbi allo stomaco e/o stitichezza. Dopo aver controllato i livelli di ferro e ferritina, il medico può quindi prescrivere integratori di ferro da soli o in combinazione con altri farmaci. Anche alcune vitamine e minerali come magnesio [4], zinco [5] e vitamina D [6] possono svolgere un ruolo nell’alleviare i sintomi da RLS. Le donne in gravidanza in particolare possono trarre beneficio dagli integratori di folati [7], mentre le persone con problemi renali possono trarre beneficio dagli integratori di vitamina C ed E [8].




Non è da trascurare l’efficacia di un sano stile di vita, infatti la Restless Legs Syndrome Foundation [9] raccomanda di ridurre alcol, caffeina, tabacco, zucchero e sale e seguire una dieta sana ricca di vitamine e minerali. Oltre ad alleviare i sintomi della RLS, una dieta sana può aiutare a migliorare la qualità del sonno.

L’esercizio fisico moderato e lo stretching possono aiutare a ridurre i sintomi della RLS. Detto questo, le persone con RLS dovrebbero evitare l’attività ad alta intensità, che può causare crampi muscolari e rigidità che possono esacerbare i sintomi.

Sottoporsi a massaggi o auto massaggiare le gambe può dare un sollievo, inoltre il disagio correlato alla RLS può spesso essere attenuato applicando un impacco caldo o freddo o facendo un bagno caldo prima di coricarsi. La risposta alla temperatura può variare da persona a persona.


I ricercatori hanno anche proposto trattamenti con dispositivi medici o pratiche come l’agopuntura, l’elettrostimolazione, l’utilizzo di pedane vibranti, la scleroterapia per le vene varicose, la luce infrarossa, lo yoga e altri metodi per alleviare i sintomi della RLS [10]. Tuttavia, la ricerca sull’efficacia di questi trattamenti e sul fatto che i benefici superino i rischi è limitata.

I farmaci [11] sono attualmente considerati il ​​gold standard per i soggetti con RLS da moderata a grave. La terapia farmacologica appropriata va sempre decisa da un medico competente. I farmaci più utilizzati sono gli agonisti della dopamina che possono essere assunti per via orale o tramite l’applicazione di cerotti dermici a rilascio continuo.


Nel caso in cui i comuni sintomi da RLS siano accompagnati da dolore, trovano un impiego efficace i farmaci antiepilettici. Altri farmaci quali le benzodiazepine vengono utilizzati in molti casi anche se non hanno un effetto diretto sui sintomi della RLS, ma possono aiutare le persone che ne sono affette a dormire più profondamente. Basse dosi di oppioidi sono un trattamento di ultima linea per le persone con sintomi RLS gravi che non rispondono ad altri trattamenti, tuttavia creano una forte dipendenza e la maggior parte delle persone sviluppa una tolleranza che porta loro a aver bisogno di dosi sempre più elevate nel tempo. Tutti i farmaci menzionati, sebbene efficaci nel contrastare la malattia, presentano vari effetti collaterali più o meno pronunciati, per questo motivo la loro assunzione va sempre valutata attentamente sotto consiglio medico.


Per un approccio non farmacologico il consiglio è quello di intraprendere uno stile di vita sano praticando esercizio fisico quotidiano e seguendo una dieta sana riducendo il più possibile alcolici, fumo e caffeina. A completamento BeC mette a disposizione una vasta gamma di integratori nutrizionali (ben 13) di origine vegetale, certificati Qualità Vegana, fonte di vitamine e sali minerali che possono essere assunti senza incorrere in effetti collaterali per alleviare i sintomi da RLS. Unitamente all’approccio nutrizionale si possono utilizzare i numerosi prodotti della linea cosmetica BeC per effettuare massaggi e pratiche aromaterapiche per dare sollievo alle gambe senza riposo.



Bibliografia

  1. www.hopkinsmedicine.org/neurology_neurosurgery/centers_clinics/restless-legs-syndrome/what-is-rls/causes.html
  2. Salma Batool-Anwar et. al. “Lifestyle Factors and Risk of Restless Legs Syndrome: Prospective Cohort Study”, Journal of Clinical Sleep Medicine, Vol. 12, No. 2, 2016
  3. Aurora, R. N., Kristo, D. A., Bista, S. R., Rowley, J. A., Zak, R. S., Casey, K. R., Lamm, C. I., Tracy, S. L., Rosenberg, R. S., & American Academy of Sleep Medicine (2012). The treatment of restless legs syndrome and periodic limb movement disorder in adults–an update for 2012: practice parameters with an evidence-based systematic review and meta-analyses: an American Academy of Sleep Medicine Clinical Practice Guideline. Sleep, 35(8), 1039–1062.
  4. Marshall, N. S., Serinel, Y., Killick, R., Child, J. M., Raisin, I., Berry, C. M., Lallukka, T., Wassing, R., Lee, R. W., Ratnavadivel, R., Vedam, H., Grunstein, R., Wong, K. K., Hoyos, C. M., Cayanan, E. A., Comas, M., Chapman, J. L., & Yee, B. J. (2019). Magnesium supplementation for the treatment of restless legs syndrome and periodic limb movement disorder: A systematic review. Sleep Medicine Reviews, 48, 101218.
  5. Chen, P., Bornhorst, J., Patton, S., Bagai, K., Nitin, R., Miah, M., Hare, D. J., Kysenius, K., Crouch, P. J., Xiong, L., Rouleau, G. A., Schwerdtle, T., Connor, J., Aschner, M., Bowman, A. B., & Walters, A. S. (2020). A potential role for Zinc in Restless Legs Syndrome. Sleep, zsaa236. Advance online publication.
  6. Jiménez-Jiménez, F. J., Alonso-Navarro, H., García-Martín, E., & Agúndez, J. (2019). Neurochemical features of idiopathic restless legs syndrome. Sleep Medicine Reviews, 45, 70–87.
  7. Srivanitchapoom, P., Pandey, S., & Hallett, M. (2014). Restless legs syndrome and pregnancy: a review. Parkinsonism & Related Disorders, 20(7), 716–722.
  8. Sagheb, M. M., Dormanesh, B., Fallahzadeh, M. K., Akbari, H., Sohrabi Nazari, S., Heydari, S. T., & Behzadi, S. (2012). Efficacy of vitamins C, E, and their combination for treatment of restless legs syndrome in hemodialysis patients: a randomized, double-blind, placebo-controlled trial. Sleep Medicine, 13(5), 542–545.
  9. Restless Legs Syndrome Foundation, Restless Legs Syndrome Foundation, & Profile, V. M. C. (2020, April 23). Eating with RLS. Restless Legs Syndrome Foundation Blog http://rlsfoundation.blogspot.com/2020/04/eating-with-rls.html
  10. Park, A., Ambrogi, K., & Hade, E. M. (2020). Randomized pilot trial for the efficacy of the MMF07 foot massager and heat therapy for restless legs syndrome. PLoS One, 15(4), e0230951.
  11. Schwab, R.J. (2020, June). Merck Manual Professional Version: Periodic Limb Movement Disorder (PLMD) and Restless Legs Syndrome (RLS). Retrieved January 21, 2021

Acidi grassi (saturi, mono-insaturi e poli-insaturi)

Vengono comunemente chiamati acidi grassi gli acidi organici che si riscontrano nella composizione dei lipidi cioè negli oli e grassi animali e vegetali, sia in forma libera, che in forma di esteri con il glicerolo (es. nei trigliceridi) o con alcoli “grassi”, cioè alcoli a lunga catena, per formare le cere. Gli acidi grassi sono acidi carbossilici (formula R-COOH) che hanno una lunga catena carboniosa (R), a differenza dei comuni acidi organici come l’acido acetico e l’acido propionico che hanno in tutto 2 o 3 atomi di carbonio, rispettivamente. Gli acidi grassi si definiscono saturi se non hanno doppi legami carbonio-carbonio, (chiamati “insaturazioni”), si definiscono mono-insaturi se ne hanno solo uno, si definiscono poli-insaturi se hanno due o più doppi legami (vedi figura). La dicitura omega-3 (ω-3) o omega-6 (ω-3), si riferisce alla posizione del primo doppio legame a partire dal fondo della catena di atomi di carbonio: se il primo doppio legame si incontra dopo 3 atomi di carbonio l’acido grasso è classificato come, omega-3, se dopo sei atomi di carbonio omega-6, come mostrato nella figura. I più comuni acidi grassi saturi sono l’acido palmitico (16 atomi di carbonio e nessun doppio legame, C16:0) e l’acido stearico (18 atomi di carbonio, 18:0), il più comune mono-insaturo è l’acido oleico, tipico dell’olio di oliva (18 atomi di carbonio ed 1 doppio legame in posizione 9, C18:1; ω-9), mentre i più comuni poli-insaturi sono l’acido linoleico e l’acido linolenico, capostipiti rispettivamente degli omega-6 e omega-3 (si veda la figura.

Prostaglandine, Trombossani, e Leucotrieni

Prostaglandine, Trombossani, e Leucotrieni sono messaggeri chimici o mediatori, cioè molecole che portano a specifiche cellule un messaggio e attivano o disattivano delle risposte metaboliche in tali cellule. Hanno quindi una funzione simile agli ormoni, solo che, a differenza di quanto fanno gli ormoni, il messaggio chimico viene portato solo a breve distanza cioè solo alle cellule che si trovano nelle vicinanze del luogo dove i mediatori sono stati prodotti. Esistono diverse prostaglandine, diversi trombossani e diversi leucotrieni che portano specifici messaggi. In molti casi questi funzionano da mediatori del processo infiammatorio, quindi innescano tutti gli eventi che sono coinvolti nell’infiammazione:

  • vasodilatazione con conseguenza afflusso di sangue (rossore),
  • aumento della permeabilità capillare con conseguente essudazione di liquidi (gonfiore o edema)
  • stimolazione di segnali nervosi nocicettivi (dolore)
  • richiamo in loco di cellule del sistema immunitario che attacchino un eventuale invasore (azione chemiotattica)
  • attivazione della biosintesi di tessuto cicatriziale per rinforzare o riparare la parte colpita (anche se non ce n’è bisogno)
  • generazioni di radicali liberi che possono distruggere chimicamente un invasore (ma danneggiano anche i nostri tessuti, cioè “sparano nel mucchio”).

Le prostaglandine e i trombossani però svolgo anche ruoli fisiologici importanti in condizioni di normalità, cioè in assenza di infiammazione. Ad esempio, regolano la secrezione di muco che protegge le pareti dello stomaco, regolano la biosintesi delle cartilagini e del liquido sinoviale nelle articolazioni, regolano la vasodilatazione, quindi il corretto afflusso di sangue nei vari distretti locali ed altre.

Ciclossigenasi e Lipoossigenasi e il processo infiammatorio

La ciclossigenasi e la lipoossigenasi sono le due famiglie di enzimi che vengono comunemente coinvolte nel processo infiammatorio, attraverso un complesso di reazioni che viene chiamato cascata dell’acido arachidonico. Tale complesso di reazioni si sviluppa così: un primo enzima, una fosfolipasi scinde i fosfolipidi delle membrane biologiche liberando l’acido arachidonico, un acido grasso poli-insaturo con 20 atomi di carbonio (acido eicosa-5Z,8Z,11Z,14Z-tetraenoico; C20:4; -6). L’acido arachidonico viene poi trasformato da due vie enzimatiche parallele, cioè da due famiglie di enzimi: la cicloossigenasi che lo straforma in prostaglandine e in trombossanie e la lipoossigenasi che lo trasforma in idroperossidi che a loro volta si trasformano in leucotrieni.
Esistono due isoforme della ciclossigenasi indicate con tipo 1 e tipo 2, brevemente COX-1 e COX-2. La COX-1 è l’enzima presente nella maggior parte delle cellule (tranne i globuli rossi), ed è costitutivo, cioè è presente sempre. La COX-2 è una isoforma inducibile di cicloossigenasi: è presente in modo costitutivo in alcuni organi come cervello, fegato, rene, stomaco, cuore e sistema vascolare, mentre può essere indotto (cioè sviluppato all’occorrenza) in seguito a stimoli infiammatori sulla pelle, i globuli bianchi e i muscoli.
Esistono vari tipi di lipoossigenasi che portano a prodotti diversi, la più importante nel processo infiammatorio è la 5-lipoossigenasi, 5-LOX.

Trigliceridi

I trigliceridi sono i principali componenti della maggior parte degli oli e grassi. Si tratta di molecole pesanti, non volatili e poco polari, insolubili in acqua, composte dal glicerolo (o glicerina) esterificato con tre molecole di acidi grassi: quindi è un tri-estere della glicerina, da cui deriva il nome. Ciascun acido grasso contiene da 8 a 22 atomi di carbonio (comunemente da 16 a 18) e può essere saturo, mono-insaturo o poli-insaturo. La dimensione degli acidi grassi e la loro saturazione determina le proprietà fisiche e sensoriali dei trigliceridi, che possono apparire come oli (liquidi a temperatura ambiente) o grassi (solidi o semisolidi) e possono avere maggiore o minore untuosità e scorrevolezza sulla pelle. I trigliceridi insaturi o con acidi grassi più corti sono più fluidi ed hanno maggiore scorrevolezza.

Terpeni e terpenoidi

I terpeni o terpenoidi sono una grande famiglia molecole naturali, tipicamente contenenti da 10 a 30 atomi di carbonio, che vengono biosintetizzate a partire da un “mattone” comune, l’isopentenil pirofosfato (IPP), contente 5 atomi di carbonio (vedi figura). La scoperta che il mattone ripetitivo consta di 5 atomi di carbonio è relativamente recente, mentre un tempo si era ipotizzato l’intera famiglia fosse creata con la ripetizione di un mattone di 10 atomi di carbonio, che fu chiamato “terpene”. Pertanto vennero chiamati mono-terpeni le molecole di 10 atomi di carbonio (come il limonene, vedi figura) cioè composte da un solo mattone, diterpeni quelle con 20 atomi di carbonio (es. il cafestolo che da’ l’aroma al caffè), triterpeni quelle con 30 atomi di carbonio (es. il beta-carotene). Poiché si trovarono anche molecole fatte da 15 atomi di carbonio (come il bisabololo) si pensò che contenessero un terpene e mezzo e vennero chiamate sesquiterpeni (dal latino semis = mezzo + atque = e). Oggi si sa che l’unità ripetitiva è composta da 5 atomi di carbonio, pertanto è facile capire come i mono-terpeni ne contengano due (vedi figura), i sesquiterpeni tre, i diterpeni quattro, i triterpeni sei.