

15.01.2021
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La dermatite atopica e i suoi rimedi naturali
Prof. Luca Valgimigli
La dermatite atopica è un disturbo infiammatorio cronico della pelle che deve il suo nome al fatto di non essere localizzato in un luogo specifico (a-topica = non localizzata), ma di presentarsi in diverse aree del corpo o del viso.
Ad esempio, può presentarsi nell’area attorno alla bocca e agli occhi, nel dorso delle mani e dei piedi, nelle braccia, nelle pieghe dei gomiti e delle ginocchia. Anche se è più frequente nei primi anni di età, può tuttavia presentarsi nei bambini anche più in là nel tempo o perfino nell’età adulta.
Può avere un andamento cronico recidivante, cioè insorgere in età pediatrica per poi attenuarsi nel tempo fino a scomparire, quindi ripresentarsi anche dopo molti anni.
Come si manifesta la dermatite atopica?
I più comuni sintomi della dermatite atopica sono la secchezza della pelle, screpolature, rossore, forte prurito, desquamazione. Può manifestarsi sotto forma di eritema e presentare la formazione di vescicole: è anche chiamata eczema atopico.
Il prurito è uno degli aspetti più fastidiosi e critici, perché induce a grattarsi, causando così maggiore infiammazione e innescando un circolo vizioso che aggrava la situazione. Grattarsi può anche causare abrasioni e lesioni che possono aprire la strada ad infezioni da parte dello Stafilococco ed altri microorganismi che normalmente vivono sulla pelle o nella zona sotto le unghie.
Anche se la dermatite atopica non è una malattia infettiva e non può essere trasmessa, tuttavia può essere aggravata dall’insorgere di questo tipo di infezioni.
Quali sono le cause della dermatite atopica?
Le cause della dermatite atopica non sono ad oggi ancora del tutto chiarite, anche se molto si è scoperto ed è oggi certo che sia dovuta alla combinazione di numerosi fattori, tra questi: fattori genetici (predisposizione), ambientali, metabolici, alimentari e psicosomatici.
Negli ultimi anni la sua frequenza sembra essere in aumento a tutte le età, anche se le ragioni non risultano affatto chiarite.
Questo suggerisce l’importanza dei fattori ambientali quali la presenza di crescente inquinamento, così come la loro influenza sullo stato emotivo (stress, ansia), ma pare legata anche al cambiamento di ciò che mangiamo.
Un ruolo importante sembra svolto dal sistema immunitario: gran parte dei soggetti con dermatite atopica mostrano una reazione eccessiva a stimoli esterni, allergeni e sostanze irritanti, mediato soprattutto da immunoglobuline di tipo E (IgE), poco efficaci nel difendere l’organismo e normalmente coinvolte nell’insorgenza di allergie.
Non è chiaro però se questo comportamento del sistema immunitario sia la causa della dermatite atopica o una conseguenza di altri fattori.
Diversi studi indicano che i fattori alimentari hanno un importante ruolo nella dermatite atopica e un recente studio, in particolare, evidenzia come la dieta della madre e l’errato bilanciamento dei lipidi polinsaturi durante la gravidanza causi una predisposizione familiare alla dermatite atopica nel bambino.
L’importanza dei lipidi dello strato corneo e della barriera idro-lipidica
Diversi studi evidenziano che alla base della dermatite atopica vi sono alterazioni della composizione dei lipidi della pelle.
Tra le più significative alterazioni, nella dermatite atopica si osservano differenze del contenuto di acidi grassi essenziali rispetto alla pelle normale, con aumentata presenza di acidi grassi monoinsaturi (MUFA) a scapito degli acidi grassi polinsaturi (PUFA); inoltre, anche l’equilibrio all’interno degli acidi grassi polinsaturi risulta alterato, con un ridotto contenuto degli acidi grassi essenziali a lunga catena come l’acido docosaesenoico (DHA) e con un alterato rapporto tra omega-3 ed omega-6.
Nella dermatite atopica, si osserva la ridotta attività di un enzima, la delta-6-desaturasi, che causa un aumentato contenuto di acido alfa-linolenico e ridotto contenuto di acido gamma-linolenico e di acido stearidonico che svolgono azione anti-infiammatoria e regolano la funzione del sistema immunitario.
Alcuni studi dimostrano come queste variazioni non siano coincidenti ma siano la causa delle principali manifestazioni legate alla dermatite atopica, come la secchezza della pelle, la desquamazione e l’alterazione della fisiologica barriera idro-lipidica che costituisce la principale difesa della pelle dagli agenti esterni.
Quali sono le conseguenze della dermatite atopica?
Oltre al prurito, talvolta difficilmente sopportabile, la dermatite atopica spesso porta ad un ispessimento della pelle con ipercheratosi e formazione di papule ed indurimenti (lichenificazione), molto difficili da far regredire.
Le conseguenze potrebbero non essere solo localizzate alla pelle: uno studio recente mostra che persone adulte con dermatite atopica presentano un maggiore rischio di fratture ossee, proporzionale alla sua gravità. Quindi è importante non sottovalutarla, anche se lieve, e trattarla con tempestività.
I rimedi per la dermatite atopica: come è possibile curarla?
Non esiste una terapia farmacologica risolutiva per la dermatite atopica. Nella fase acuta può essere trattata con anti-infiammatori come cortisone e idrocortisone o con corticosteroidi più potenti.
Tuttavia l’efficacia si riduce nel tempo richiedendo un aumento del dosaggio con importanti effetti collaterali, inclusa la compromissione delle difese immunitarie.
Spesso è necessario sospendere il trattamento e alternarlo con cicli in cui si applica solo una crema idratante per mantenere la pelle morbida e ridurre il prurito. Infusi di melissa, valeriana, escolzia, passiflora e luppolo o integratori alimentari che li contengano come Tranquilla Mente, alleviando l’ansia possono agire sulle cause psicosomatiche.
Inoltre, integratori ricchi di estratti vegetali ad azione anti-infiammatoria come Leni Mal, ricco di Boswellia, Curcuma e Tanacetum, possono aiutare.
Alcuni studi mostrano che l’apporto di acido gamma-linolenico (GLA) riduce le manifestazioni della dermatite atopica e la necessità di corticosteroidi. Pertanto una dieta che includa olio di borragine, e di ribes nero molto ricchi in GLA potrebbe aiutare. Anche alghe come la Schizochytrium o il pesce azzurro ricchi di DHA potrebbero alleviare la condizione.
BeC ha formulato un trattamento specifico unico nel suo genere: la crema lino-dÉrmA ricca di DHA algale, acido gamma-linolenico ed acido stearidonico, oltre ad acidi grassi essenziali da oli di ribes nero, borragine ed echium, in una esclusiva forma altamente biodisponibile, e accuratamente bilanciati per ripristinare il corretto equilibrio di omega-3 ed omega-6.
La formula ha lo scopo di ricostruire la fisiologica barriera idrolipidica. Inoltre, contiene una sinergia di estratti vegetali ad azione anti-infiammatoria come camomilla, eucalipto, cumino ed aloe, ed ha dimostrato un’azione lenitiva identica alla pomata di idrocortisone, pur essendo completamente naturale e priva di effetti collaterali.
I principi attivi idratanti ed emollienti mantengono la pelle idratata ed elastica allontanando il prurito.
Per le sue caratteristiche uniche potrebbe rappresentare il rimedio naturale ideale per la dermatite atopica a tutte le età.
Acidi grassi (saturi, mono-insaturi e poli-insaturi)
Vengono comunemente chiamati acidi grassi gli acidi organici che si riscontrano nella composizione dei lipidi cioè negli oli e grassi animali e vegetali, sia in forma libera, che in forma di esteri con il glicerolo (es. nei trigliceridi) o con alcoli “grassi”, cioè alcoli a lunga catena, per formare le cere. Gli acidi grassi sono acidi carbossilici (formula R-COOH) che hanno una lunga catena carboniosa (R), a differenza dei comuni acidi organici come l’acido acetico e l’acido propionico che hanno in tutto 2 o 3 atomi di carbonio, rispettivamente. Gli acidi grassi si definiscono saturi se non hanno doppi legami carbonio-carbonio, (chiamati “insaturazioni”), si definiscono mono-insaturi se ne hanno solo uno, si definiscono poli-insaturi se hanno due o più doppi legami (vedi figura). La dicitura omega-3 (ω-3) o omega-6 (ω-3), si riferisce alla posizione del primo doppio legame a partire dal fondo della catena di atomi di carbonio: se il primo doppio legame si incontra dopo 3 atomi di carbonio l’acido grasso è classificato come, omega-3, se dopo sei atomi di carbonio omega-6, come mostrato nella figura. I più comuni acidi grassi saturi sono l’acido palmitico (16 atomi di carbonio e nessun doppio legame, C16:0) e l’acido stearico (18 atomi di carbonio, 18:0), il più comune mono-insaturo è l’acido oleico, tipico dell’olio di oliva (18 atomi di carbonio ed 1 doppio legame in posizione 9, C18:1; ω-9), mentre i più comuni poli-insaturi sono l’acido linoleico e l’acido linolenico, capostipiti rispettivamente degli omega-6 e omega-3 (si veda la figura.
Prostaglandine, Trombossani, e Leucotrieni
Prostaglandine, Trombossani, e Leucotrieni sono messaggeri chimici o mediatori, cioè molecole che portano a specifiche cellule un messaggio e attivano o disattivano delle risposte metaboliche in tali cellule. Hanno quindi una funzione simile agli ormoni, solo che, a differenza di quanto fanno gli ormoni, il messaggio chimico viene portato solo a breve distanza cioè solo alle cellule che si trovano nelle vicinanze del luogo dove i mediatori sono stati prodotti. Esistono diverse prostaglandine, diversi trombossani e diversi leucotrieni che portano specifici messaggi. In molti casi questi funzionano da mediatori del processo infiammatorio, quindi innescano tutti gli eventi che sono coinvolti nell’infiammazione:
- vasodilatazione con conseguenza afflusso di sangue (rossore),
- aumento della permeabilità capillare con conseguente essudazione di liquidi (gonfiore o edema)
- stimolazione di segnali nervosi nocicettivi (dolore)
- richiamo in loco di cellule del sistema immunitario che attacchino un eventuale invasore (azione chemiotattica)
- attivazione della biosintesi di tessuto cicatriziale per rinforzare o riparare la parte colpita (anche se non ce n’è bisogno)
- generazioni di radicali liberi che possono distruggere chimicamente un invasore (ma danneggiano anche i nostri tessuti, cioè “sparano nel mucchio”).
Le prostaglandine e i trombossani però svolgo anche ruoli fisiologici importanti in condizioni di normalità, cioè in assenza di infiammazione. Ad esempio, regolano la secrezione di muco che protegge le pareti dello stomaco, regolano la biosintesi delle cartilagini e del liquido sinoviale nelle articolazioni, regolano la vasodilatazione, quindi il corretto afflusso di sangue nei vari distretti locali ed altre.
Ciclossigenasi e Lipoossigenasi e il processo infiammatorio
La ciclossigenasi e la lipoossigenasi sono le due famiglie di enzimi che vengono comunemente coinvolte nel processo infiammatorio, attraverso un complesso di reazioni che viene chiamato cascata dell’acido arachidonico. Tale complesso di reazioni si sviluppa così: un primo enzima, una fosfolipasi scinde i fosfolipidi delle membrane biologiche liberando l’acido arachidonico, un acido grasso poli-insaturo con 20 atomi di carbonio (acido eicosa-5Z,8Z,11Z,14Z-tetraenoico; C20:4; -6). L’acido arachidonico viene poi trasformato da due vie enzimatiche parallele, cioè da due famiglie di enzimi: la cicloossigenasi che lo straforma in prostaglandine e in trombossanie e la lipoossigenasi che lo trasforma in idroperossidi che a loro volta si trasformano in leucotrieni.
Esistono due isoforme della ciclossigenasi indicate con tipo 1 e tipo 2, brevemente COX-1 e COX-2. La COX-1 è l’enzima presente nella maggior parte delle cellule (tranne i globuli rossi), ed è costitutivo, cioè è presente sempre. La COX-2 è una isoforma inducibile di cicloossigenasi: è presente in modo costitutivo in alcuni organi come cervello, fegato, rene, stomaco, cuore e sistema vascolare, mentre può essere indotto (cioè sviluppato all’occorrenza) in seguito a stimoli infiammatori sulla pelle, i globuli bianchi e i muscoli.
Esistono vari tipi di lipoossigenasi che portano a prodotti diversi, la più importante nel processo infiammatorio è la 5-lipoossigenasi, 5-LOX.
Trigliceridi
I trigliceridi sono i principali componenti della maggior parte degli oli e grassi. Si tratta di molecole pesanti, non volatili e poco polari, insolubili in acqua, composte dal glicerolo (o glicerina) esterificato con tre molecole di acidi grassi: quindi è un tri-estere della glicerina, da cui deriva il nome. Ciascun acido grasso contiene da 8 a 22 atomi di carbonio (comunemente da 16 a 18) e può essere saturo, mono-insaturo o poli-insaturo. La dimensione degli acidi grassi e la loro saturazione determina le proprietà fisiche e sensoriali dei trigliceridi, che possono apparire come oli (liquidi a temperatura ambiente) o grassi (solidi o semisolidi) e possono avere maggiore o minore untuosità e scorrevolezza sulla pelle. I trigliceridi insaturi o con acidi grassi più corti sono più fluidi ed hanno maggiore scorrevolezza.
Terpeni e terpenoidi

I terpeni o terpenoidi sono una grande famiglia molecole naturali, tipicamente contenenti da 10 a 30 atomi di carbonio, che vengono biosintetizzate a partire da un “mattone” comune, l’isopentenil pirofosfato (IPP), contente 5 atomi di carbonio (vedi figura). La scoperta che il mattone ripetitivo consta di 5 atomi di carbonio è relativamente recente, mentre un tempo si era ipotizzato l’intera famiglia fosse creata con la ripetizione di un mattone di 10 atomi di carbonio, che fu chiamato “terpene”. Pertanto vennero chiamati mono-terpeni le molecole di 10 atomi di carbonio (come il limonene, vedi figura) cioè composte da un solo mattone, diterpeni quelle con 20 atomi di carbonio (es. il cafestolo che da’ l’aroma al caffè), triterpeni quelle con 30 atomi di carbonio (es. il beta-carotene). Poiché si trovarono anche molecole fatte da 15 atomi di carbonio (come il bisabololo) si pensò che contenessero un terpene e mezzo e vennero chiamate sesquiterpeni (dal latino semis = mezzo + atque = e). Oggi si sa che l’unità ripetitiva è composta da 5 atomi di carbonio, pertanto è facile capire come i mono-terpeni ne contengano due (vedi figura), i sesquiterpeni tre, i diterpeni quattro, i triterpeni sei.